Fadis spa, produzione tutta italiana leader nel mondo
La scuola media Galvaligi di Solbiate Arno ha visitato l'azienda fondata nel 1960 da Giuseppe Carabelli e da Armando Canton specializzata nella produzione di dipanatrici
«Studiate matematica e scienze applicate. Senza una specializzazione oggi non si va da nessuna parte». L’esortazione di Debora Carabelli, terza generazione alla Fadis spa di Solbiate Arno, è rivolta ai ragazzi della terza media della scuola Enrico Galvaligi in visita per il Pmi Day nell’azienda meccanotessile. L’imprenditrice, prima della visita ai reparti produttivi, ha tenuto un’appassionata e interessante lezione sul sistema industriale varesino, come si confà a chi è tra gli autori di questo straordinario romanzo industriale, scritto dalle imprese del territorio. «Il 93% della produzione viene esportata – dice Carabelli – per un totale di 9,8 miliardi di euro. Varese è una provincia aperta al mondo e il nostro sistema manifatturiero compete a livello mondiale».
Alla Fadis, che significa Fabbrica dipanatrici Solbiate Arno, si progettano, producono e vendono macchinari tessili per la lavorazione di qualunque tipo di filato ed è la più vecchia industria al mondo specializzata nella produzione di roccatrici. A fondare questa azienda nel 1960 furono Giuseppe Carabelli, nonno di Debora Carabelli, ed il socio Armando Canton. Come spesso succede agli imprenditori più innovativi tutto nasce da un problema. Specializzati nella produzione di calze, avevano il problema di passare il filo da una rocca all’altra con problemi di qualità sul prodotto finale e così decisero di progettare e produrre direttamente macchinari dedicati a questa lavorazione.
Oggi la Fadis, che dà lavoro a circa 90 persone, esporta in 70 paesi ed è leader mondiale di questa produzione frutto di una scelta precisa: tutte le fasi della produzione sono in Italia, saldamente ancorate al territorio. «Noi facciamo tutto a Solbiate Arno – sottolinea Debora Carabelli – dalla progettazione alle lavorazioni meccaniche, dall’informatica alla prototipazione 3D fino all’imballaggio e spedizione. Montiamo noi le nostre macchine in giro per il mondo e grazie ai nostri informatici diamo assistenza continua in remoto».
Tenere questa produzione tra le eccellenze mondiali non è stato per niente semplice. Oltre ad aver ristrutturato l’azienda improntandola alla produzione lean e aver fatto investimenti in macchinari e nella logistica di magazzino che collocano la Fadis a pieno titolo nell’industria 4.0, c’è il tema della forza lavoro non sempre facilmente reperibile nel mercato italiano. «Trovare personale specializzato – spiega l’imprenditrice – è sempre più difficile. Inoltre, poiché noi esportiamo gran parte della nostra produzione all’estero, difficilmente si possono concludere trattative d’affari se non si conoscono le culture di quei paesi, culture molto differenti tra loro. Pensate cosa vuol dire per noi che realizziamo il 30% del nostro fatturato in Cina».
La globalizzazione ha aperto nuovi mercati ma al tempo stesso ha complicato non poco la vita alle imprese. Alla Fadis c’è un’attenzione particolare al tema della sostenibilità, tema legato a doppio filo con quello dell’economia circolare che caratterizza l’edizione 2018 del Pmi Day. Anche su questo argomento i ragazzi hanno partecipato ad una lezione che dal dato generale è arrivata ad analizzare il particolare. L’azienda di Solbiate Arno produce, grazie ai pannelli solari collocati sul tetto dello stabilimento, l’energia per il fabbisogno produttivo che in estate, essendo in surplus, viene venduta anche al gestore. Gli sprechi sono ridotti ai minimi termini grazie a un magazzino e a una logistica 4.0 molto efficienti.«In 60 anni l’uomo ha prodotto 8,3 miliardi di tonnellate di plastica – ha concluso Debora Carabelli -. La Ue ha posto obiettivi chiari per il futuro e l’Italia non è messa poi così male. La sfida sarà vinta da chi inventerà prodotti biodegradabili».
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