Marco Colombo: “In Europa servono competenze e conoscenze, io ci sono”

Il presidente di aime Agroalimentare, imprenditore nell'azienda di famiglia, si dice deciso a scendere in campo: "In Europa non servono le chiacchiere, ma competenze, conoscenze e voglia di lavorare"

Marco Colombo

«È ora di mettersi in gioco in prima persona. È ora di dire davvero “Marco c’è”: In Europa non servono le chiacchiere, ma competenze, conoscenze e voglia di lavorare».

Con un post su Facebook Marco Colombo, responsabile commerciale nell’impresa di famiglia, il Salumificio Colombo fondato da Salvo Colombo nel 1922, oltre che presidente di Aime Agroalimentare e molto attivo nella promozione del made in Italy e del made in Varese, decide di mettersi in gioco in vista delle prossime elezioni europee.

Non dà ancora indizi sul suo inserimento in questa o quella lista, ma si dice deciso a “scendere in campo”. La sua presa di posizione parte da un articolo di “Il fatto alimentare” nel quale si sottolinea come, nonostante le frequenti denunce mediatiche contro la contraffazione di prodotti made in Italy e contro il fenomeno dell’Italian sounding, l’Italia non avrebbe fatto segnalazioni di sospette frodi alimentari alla Commissione europea attraverso i canali dedicati.

Ecco le parole di Marco Colombo, che ha ricevuto numerosi attestati di stima e apprezzamento dopo questa sua uscita:

Anni ed anni di battaglie, interventi pubblici, richieste d’aiuto (anche “con il cappello in mano”), denunce dai social e alle istituzioni. Senza alcun risultato. Nessuno ha veramente ascoltato o ha mosso un dito. Lo dico da imprenditore, cittadino, padre, varesino, italiano.

Da tempo molti di voi hanno chiesto di espormi in prima persona provando a ravvivare la scintilla della politica attiva. Uno dei miei primi amori. Che troppe volte mi ha tradito. C’è chi è stato più abile di me a utilizzare comode vie. Segno che siete in molti a chiedere una assunzione di responsabilità. Ci sto pensando da mesi.

Leggendo post come quello di Slow Food la rabbia sale. Ma è rabbia costruttiva che mi porta a rivedere certe priorità. Lo devo a voi, alla mia famiglia, alla mia gente e soprattutto e me stesso.
In Europa non bastano parlantina e gelatina, ci vogliono competenze. Non più slogan ma conoscenze e sopratutto voglia di lavorare.

È GIUNTA L’ORA DI DARE SPAZIO ALL’’ITALIA CHE LAVORA.

FORSE È ARRIVATO ANCORA IL MOMENTO DI DIRE: MARCO C’È.

Marco Colombo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2018
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