Medici in sciopero: “Sanita’ pubblica a rischio”
Alta partecipazione a Varese: pressione e glicemia provate agli utenti che hanno ascoltato i motivi della protesta
Rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da 10 anni. Ma anche la protesta per le sempre meno risorse destinate alla ricerca, alle strutture pubbliche e agli specializzandi.
Lo sciopero dei medici tocca anche Varese e lo fa con successo: nella mattinata di oggi (venerdì 23 novembre) all’ingresso del monoblocco era presente un banchetto informativo con volantinaggio “anche se il permesso ci è stato dato solo nella serata di ieri”, esordisce Cristina Mascheroni, medico rianimatore del 118 e segretario regionale della sigla sindacale Aaroi, mentre è intenta a provare la pressione ad un paziente: “In questo momento lo sciopero sta andando bene soprattutto negli ospedali dell’Ats della Montagna (Sondrio, Sondalo, e Valcamonica), ma anche Treviglio, Cremona, Vimercate, e anche i milanesi San Carlo e San Paolo”.
Con lei diversi colleghi tra cui Andrea Truda della sigla Cimo: è medico di pronto soccorso e spiega in che modo lo sciopero si esplicita: “Abbiamo applicato il piano per i minimi di sciopero: le sale operatorie dell’ospedale di Circolo sono aperte solo per le urgenze. In day surgery funziona solo la sala operatoria per la terapia del dolore”. Al Del Ponte l’operatività è rimasta al 100%.
Verso le 11 anche la delegazione varesina di medici è partita alla volta di Milano per il sit-in programmato sotto a palazzo Lombardia: “Stanno distruggendo la sanità pubblica e vogliamo farci sentire”.
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