Rispunta “Bala i ratt”: «Il Governo intervenga»
Dure le dichiarazioni di esponenti politici e sindacali che chiedono un intervento per fermare questo genere di iniziative e ogni deriva razzista contro i frontalieri italiani

Alla faccia del dialogo e della cooperazione, la destra ticinese torna a sventolare topi e formaggio e ripropone l’ormai polverosa campagna “Bala i ratt” contro i frontalieri italiani e l’Europa.
Nei giorni scorsi sono ricomparsi volantini e cartelloni stradali, che raffigurano gli italiani come grossi ratti intenti a mangiarsi il “formaggio” della Confederazione.
Dure le dichiarazioni di esponenti politici e sindacali italiani ma anche ticinesi, che chiedono un intervento governativo per fermare immediatamente questo genere di iniziative e ogni deriva razzista contro i frontalieri italiani.
«È proprio vero che il razzismo è una malattia che si diffonde ad ogni latitudine – dice Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd – Piena solidarietà ai connazionali che lavorano e vivono in Svizzera e che ancora una volta, su volantini disgustosi, sono paragonati a ratti. Mi auguro che il Governo italiano faccia sentire la propria voce presso le autorità elvetiche, a difesa degli italiani che cercano e trovano lavoro oltre frontiera».
«Basta provocazioni dal Ticino, il Governo intervenga immediatamente – rincara Lara Comi di Forza Italia – È ora di agire per tutelare i frontalieri. A loro va tutta la mia solidarietà e spero che il Governo italiano intervenga, non solo per stigmatizzare con fermezza questa ennesima provocazione ma anche per mettere in campo quelle azioni di rilancio dell’economia e della competitività dei territori di confine, che possa offrire ai nostri frontalieri opportunità alternative di occupazione in Italia. Penso ad esempio alla proposta di legge “Aree di confine” di Confartigianato per detassare i salari nei territori al confine con la Svizzera».
«Da anni la Lega Dei Ticinesi e l’UDC (estrema destra svizzera) fanno campagne razziste contro i frontalieri italiani che ogni giorno attraversano il confine Italo-Svizzero per lavoro – dice il deputato varesino Niccolò Invidia, membro della Commissione Lavoro e della delegazione italiana all’OSCE, portavoce del Movimento 5 Stelle – Adesso che si preparano le elezioni cantonali rispuntano volantini estremamente offensivi verso italiani ed europei. Io sono di Maccagno, 10 minuti di macchina dalla Svizzera, la situazione la conosco bene. Ci ritraggono come ratti, per l’appunto ratti che ballano alle spalle del sistema economico svizzero, come recita lo slogan “Bala i ratt”. All’indecenza non c’è mai un limite. Se la Svizzera, Paese con 8 milioni di abitanti (2 milioni in meno della Lombardia), pensa di non aver bisogno della manodopera italiana, ha fatto male i conti. Si stima che siano 65.000 i frontalieri italiani che ogni giorno si recano in Svizzera per lavoro. Certo, la Svizzera ha tutto il diritto di manifestare tramite dei referendum popolari le necessità dei suoi cittadini, ma far passare il concetto che dei lavoratori regolari siano dei ratti è completamente fuori dalla realtà».
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Sarebbe bello che tutti i frontalieri italiani si accordassero per fare una giornata di sciopero in modo che i ticinesi razzisti si rendessero conto che il loro Cantone per un giorno si troverebbe in gravissime difficoltà su tutti i fronti (industriali, sanitari, commerciali ecc.).