“Il sacrificio di tanti eroi sia da monito per il futuro”
Prefetto, Sindaco, autorità istituzionali e politiche, forze militari e associazioni hanno preso parte alla commemorazione del 4 Novembre
I morti di cento anni fa siano un monito per i popoli di oggi. La commemorazione del centenario della fine della Grande Guerra è stata l’occasione per sottolineare il valore della pace e del dialogo tra uomini e nazioni.
Così, nel discorso ufficiale del Sindaco di Varese Davide Galimberti si è fatto riferimenti ai bambini, le giovani generazioni, che della Prima Guerra Mondiale hanno sentito parlare solo nei racconti dei propri nonni o nei film: « I miei figli, che frequentano la scuola primaria e ancora non hanno studiato questa fase storica – ha affermato Galimberti – sperano che la pace arrivi in tutte le zone del mondo. Sanno che la tranquillità e la collaborazione portano benessere a tutti. In questa giornata in cui ricordiamo la vittoria di cento anni fa e il valore delle nostre forze armate riflettiamo sui risultati di quel conflitto che non riuscì comunque a portare stabilità. Solo dopo la seconda guerra mondiale, si diede l’avvio a un processo di integrazione in Europa, dove i paesi scelsero la via del dialogo e della collaborazione. Oggi, che arroganza e prepotenza sembrano minacciare questa lunga esperienza di pace, rivolgiamo il pensiero a chi, per la pace, perse la vita, ai tanti eroi che hanno gettato le basi di un futuro di prosperità e stabilità».
Anche Marco Magrini, in rappresentanza della Provincia, ha reso onore al sacrificio di chi si morì per l’edificazione dello stato democratico: « Questa ricorrenza ci permette di tenere insieme passato e futuro passando per il presente. Senza memoria storica si rischia di perdere le proprie radici. Fermiamoci dunque a interrogarci sul domani che vogliamo: non solo i diritti ma anche le basi per costruire il domani, un futuro senza autoritarismi e derive dittatoriali. Spero che la memoria ci insegni a evitare gli errori passati».
Tra le personalità politiche presenti molti componenti il senatore del PD Alessandro Alfieri e l’onorevole del PS Maria Chiara Gadda. Folta la presenza dei componenti della giunta varesina mentre si è notata l’assenza di rappresentanti della Lega Nord e di esponenti politici del centro destra in genere, se si esclude Giacomo Cosentino presente per l’intera cerimonia.
I discorsi ufficiali sono stati poi chiusi dal Prefetto, Enrico Ricci, che ha letto il saluto del Presidente Mattarella alle forze armate ( qui il discorso letto dal Presidente della Repubblica a Trieste)
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Il sacrificio di molti per consentire a troppi di abusare delle libertà che ci hanno tramandato con il più alto sacrificio…la morte.
In troppi oggi, spinti da una ignoranza e da politici che sanno solo infiammare e cavalcare i moti intestinali di piazza, in troppi abusano di queste libertà.
Come quel sindaco neofascista che va in giro con la maglietta “auschwitzland”. Come quell’ennesimo destrorso di CasaPound che aggredisce a calci e pugni uno di colore sull’autobus solo perché di colore.
Questo paese sta retrocedendo di decenni e sta lasciando spazio ai personaggi più biechi che si possano immaginare sempre mitigando tutto, dicendo che son “ragazzate”, che son bravate o che sono quattro sbandati.
Come si dice? Ti addormenti con il buonismo e ti risvegli con il fascismo. E a casa mia essere fascista non è una questione di opinioni diverse, è un reato.
Vorrei chiedere a Felice se nelle sue considerazioni intende comprendere gli imbecilli che si nascondono dietro ogni colore politico oppure si limita a puntare il dito solo verso il “fascismo” solo perchè è tornato di moda essere antifascisti.
Sarebbe anche interessante conoscere le fonti delle sue notizie:
1) la Selene Ticchi con la famigerata maglietta NON è sindaco e non lo è mai stata.
2) quale iscritto o simpatizzante di CasaPound avrebbe compiuto un simile gesto di razzismo.
Grazie.