Sinti, la proposta di Romano: “Sgombero, ma dopo Natale”
L'avvocato Pietro Romano, gratuitamente, sta provando una mediazione: "Rinviamolo a gennaio, facciamo passare il Natale ai bambini". In cambio "le famiglie s'impegneranno a provvedere al trasferimento delle case mobili". Il Comune respinge
È l’ultimo tentativo, forse, per evitare lo sgombero immediato del campo sinti. Protagonista, l’avvocato Pietro Romano, che gratuitamente ha preso in carico – in questa fase – la vicenda di via Lazzaretto.
«Ho chiesto un atto esclusivamente umanitario: posticipare lo sgombero a gennaio, dopo le feste» spiega Romano, che oggi ha accompagnato in municipio due capifamiglia. «Possiamo far trascorrere il Natale in pace ai quaranta bambini che ci sono nel campo e che stanno già soffrendo molto per questa vicenda. Allo stesso tempo ci impegniamo a proseguire con la rimozione delle strutture abusive e a programmare il trasferimento, con trasporto eccezionale, delle case mobili. A spese degli abitanti del campo».
Romano precisa due elementi, prima di tutto: la gratuità della sua azione («non chiedo un euro, lo faccio per la città») e il fatto che il suo impegno è volto al bene di Gallarate, per evitare ulteriori tensioni. «Dal punto di vista legale non si può fare più nulla: il Comune ha tutto il titolo di eseguire lo sgombero. Ma chiediamo un atto umanitario. Intanto la mediazione ha già ottenuto alcuni risultati: cinque famiglie se ne sono già andate da via Lazzaretto». Particolare non di poco conto: l’operazione di sgombero non è certo a costo zero per il Comune e la possibilità di recuperare le spese facendole pagare alle famiglie è un po’ un’incognita.
In mattinata Romano ha detto di aver ricevuto un no dal sindaco Cassani, ma poi ci sono stati ulteriori contatti. Il sindaco ha inviato poi una nota nel pomeriggio:
Questa mattina l’Amministrazione comunale di Gallarate ha ricevuto, accompagnati da un nuovo legale, due rappresentati della comunità Sinti di via Lazzaretto 50. Scopo della loro richiesta di incontro: richiedere una proroga per “motivi umanitari” fino al 10 gennaio abbattendo solo la parte degli immobili che loro ritengono essere quelli abusivi.
La nostra risposta è stata chiara e ferma: abbiamo precisato loro che tutti i beni (mobili e immobili) presenti sull’area sono abusivi, e non già come asseriscono gli interessati, solo una parte di essi.
L’Amministrazione comunale ha adottato provvedimenti esecutori fondati su norme di legge preordinate alla repressione degli abusi edilizi, ossia proprio di ciò che è accaduto in via Lazzaretto dal 2009 ad oggi.
Il Comune saluta con particolare favore gli allontanamenti spontanei finora attuati e quelli che si intenderanno intraprendere. Ma, per differire il termine che interrompa il conto alla rovescia per l’invio delle ruspe, pretende fatti concludenti e non parole o promesse. Fatti che devono consistere in un crono programma vincolante, nel quale mettere bene in chiaro i tempi della partenza di ognuno degli abusivisti edilizi, da fare pervenire in Municipio in tempi brevissimi.
Più in dettaglio, siano spostate da subito le roulotte, stesso discorso per le casette mobili entro le sagome previste dal codice della strada. Per le case mobili fuori sagoma sia presentata entro lunedì 26 novembre alla Provincia di Varese la domanda di autorizzazione al trasporto eccezionale.
Queste sono le richieste che, se soddisfatte, dimostrerebbero la reale volontà di abbandonare veramente le piazzole di via Lazzaretto 50.
I Sinti hanno manifestato la loro contrarietà a spostarsi prima del 10 gennaio. Con queste premesse è del tutto evidente che nessun accordo è raggiungibile.
Già oggi pomeriggio ci sarà un monitoraggio del campo per verificare con attenzione quanti degli abusivisti edilizi abbiano effettivamente lasciato le piazzole.
Da lunedì inizieremo ad allestire, con delle tende, un’area provvisoria finalizzata ad accogliere temporaneamente le persone in situazione di fragilità sociale.
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