Uffici allagati e crepe nei muri: la difficile situazione del tribunale di Varese
L’ultimo, in ordine di tempo, è stato l’ufficio del presidente del Tribunale di Varese, Vito Piglionica: ma ad allagarsi in tribunale a Varese sono già stati parecchi locali, tra cui l’ufficio dell’ordine degli avvocati e persino la hall interna

L’ultimo, in ordine di tempo, è stato l’ufficio del presidente del Tribunale di Varese, Vito Piglionica: ma ad allagarsi in tribunale a Varese sono già stati parecchi locali, tra cui l’ufficio dell’ordine degli avvocati e persino la hall interna, con l’acqua che scende dalle vetrate e dalle colonne di cemento armato che contengono gli ascensori. Per non parlare degli uffici gelidi a causa della rottura delle tubature, o delle profonde crepe nei muri.

E’ una situazione davvero difficile quella del tribunale di Varese, in piazza cacciatori delle Alpi, e i lavoratori al suo interno non ne possono proprio più. «Il problema più grave è dato dai tubi del riscaldamento, che sono tutti in pessimo stato, con la conseguenza che ogni tanto qualcuno “salta” e lascia al freddo diversi uffici, le aule, o unintera ala – spiega il presidente Piglionica – Purtroppo, si tratta di un effetto negativo di una scellerata decisione politica: quella di dare la responsabilità della manutenzione del palazzo, che prima era a capo del Comune di Varese, al Ministero della Giustizia. E da allora sono cominciati i guai con la manutenzione».
Di fatto, ad accudire gli uffici sono gli stessi lavoratori del tribunale, che ovviamente non hanno competenza specifica in materia. E provvedere a lavori di manutenzione straordinaria è una impresa eccezionale: «Sulla questione tubature, per esempio, noi avremmo già ottenuto anche i soldi: ma da qui a quando inizieranno fisicamente i lavori ci vorrà un tempo imprecisato».
L’ACQUA PIOVE DAL SOFFITTO, L’AULA BUNKER E’ GHIACCIATA, E ALL’UFFICIO CORPI DEL REATO SI LAVORA IN PIUMINO
Come si è detto l’ultimo in ordine di tempo è stato l’ufficio del presidente che , per l’esplosione di un tubo al piano di sopra, si è completamente allagato.

Ma casi del genere ci sono in tutto il palazzo, e nel frattempo, giudici, pm, avvocati, funzionari e impiegati stanno tutti al freddo: «Qualche sabato fa, ci siamo adoperati con i secchi per liberare l’ufficio dell’ordine, dove pioveva dentro – spiegano i funzionari che ci hanno accompagnato per il palazzo, che è sede del tribunale dalla sua costituzione – Per non parlare dell’aula bunker, una vera e propria ghiacciaia».
Nella segreteria della sezione lavoro, l’anno scorso, c’è stata addirittura una “bomba d’acqua” che ha quasi investito l’impiegata: che da allora prima di cominciare a lavorare, controlla la condizione del controsoffitto.

L’ufficio Corpi del Reato, che è situato nell’ala più fredda del palazzo, è riscaldato con una stufetta, e la funzionaria lavora in piumino.
«Non si può lavorare così – è la denuncia – Magari da fuori pensano pure che siamo dei privilegiati, perchè lavoriamo in tribunale. E invece operiamo in condizioni impossibili. E non vogliamo passare un altro inverno così»
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