41 furti in Ticino, quattro arresti
I ladri, un italiano e tre albanesi accusati di essersi introdotti negli appartamenti anche coi residenti in casa. Bottino 260 mila franchi

Maghi delle serrature che in un attimo si aprivano. Esperti del salto sul balcone e dell’ingresso dalla finestra, aperta magari perché fa caldo.
La banda isolata dalla Polizia cantonale con indagini coordinate dal Ministero pubblico ha consentito di assicurare alla giustizia una batteria di scassinatori professionisti chiudendo un’indagine focalizzata sulla prima metà del 2018.
Il lavoro di analisi aveva permesso di evidenziare un aumento dei furti con scasso nelle abitazioni in diverse zone del cantone.
In base alle ricostruzioni, gli autori, approfittando del fatto che in quel periodo dell’anno le portefinestre dei balconi vengono spesso lasciate aperte o chiuse solo a ribalta, raggiungevano i piani rialzati e, con la forza fisica o un attrezzo piatto, riuscivano ad entrare nell’abitazione.
Particolarità importante, e che da diverso tempo non si riscontrava più, era poi il fatto che i ladri sovente non si facevano scrupoli a introdursi nelle case anche se i proprietari erano presenti, già a letto o intenti a guardare la televisione.
L’attività d’indagine messa in atto dalla Polizia cantonale aveva permesso dapprima d i identificare parte dei membri della banda di scassinatori e, in breve tempo, di arrestarli riuscendo così a recuperare della refurtiva e a individuare il luogo dove alloggiavano.
Il lavoro di polizia ha nel frattempo permesso anche di stabilire come il sodalizio criminale risultasse composto da almeno 4 persone: si tratta di un cittadino di origine italiana residente in Ticino e di cittadini albanesi provenienti dall’Albania.
Venivano quindi chiariti 41 furti con scasso commessi su tutto il territorio cantonale ma prevalentemente nel Sottoceneri. L’ammontare stimato della refurtiva e dei danni si aggira intorno ai 260 mila franchi.
L’inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Roberto Ruggeri.
Fondamentali nelle indagini le segnalazioni fornite da privati cittadini che, unite all’attività svolta dalla Polizia cantonale, hanno permesso l’identificazione del gruppo.
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