Amalia, la nonnina che scrisse la storia della sua casa di riposo
“Un ciclone”, la ricordano amici e parenti: quando arrivò al ricovero si mise a lavorare ad un libro sul ricovero che l’ospitava. La pubblicazione per i vent’anni della struttura

Ci sono motori che una volta accesi non si inceppano mai, se non quando finisce la benzina. Esistono persone che sono così, in grado di imparare da ogni istante della vita e per questo incapaci di rassegnarsi all’età.
Proprio come Orsola Amalia Biandirà di Reaglie, classe 1929, aristocratica milanese scomparsa tre anni fa a Casalzuigno dove era ospitata dalla casa di soggiorno e riposo “Longhi Francesco e famiglia Pianezza Federico Onlus” e che oggi vede pubblicato un libro che porta la sua firma e la minuziosa ricostruzione storica dell’istituto.
La pubblicazione, di una trentina di pagine, verrà presentata sabato prossimo a Casalzuigno da due delle quattro mani che la scrissero: ci sarà dunque Giorgio Roncari, storico della valle e conoscitore di gran parte della vita passata in epoca moderna dei tanti borghi valcuviani (nella foto, uno scorcio del centro storico).
Questa storia, della nonnina che scrive la storia della sua casa di riposo, non poteva scappargli.
«Sì è stato emozionante lavorare con questa donna di enorme cultura che nella sua vita aveva avuto frequentazioni altolocate: principi, cardinali, politici e artisti – spiega lo scrittore – . Fra i suoi avi poteva vantare Marco Formentini, patriota delle “Cinque Giornate di Milano” e storico di fama. Anche Amalia amava la storia e la insegnava: era docente di storia all’Università Ambrosiana».
Il ricordo di questa donna non può che affascinare. «Aveva fatto ricerche su San Giacomo dicendosi convinta che le chiese della diocesi milanese a lui dedicate erano sorte, in origine, come ostelli per i pellegrini sul Cammino di Santiago».
«Quando il suo stato di salute la costrinse a mettersi a riposo, scelse come buen ritiro la Fondazione Longhi – Pianezza” a Casalzuigno arrivò un ciclone. Debole di cuore ma di intelligenza sopraffina, era curiosa di tutto, entusiasta di ogni cosa, ricca di iniziative, suggerimenti e progetti. Insomma portò una ventata di novità e vitalità».
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