Il comitato per l’Ospedale: “La nostra protesta continua”
"Di fronte alla continua sottrazione di servizi, alla chiusura di reparti non ci siamo fidati delle promesse elettorali"

È proseguito per tutta la mattina, all’Ondoli, il presidio delle mamme dell’associazione Amor per chiedere più attenzione verso l’Ospedale e la riattivazione di un servizio di assistenza pediatrica a tempo pieno.
Sulla situazione della struttura è intervenuto oggi anche il Comitato permanente per l’ospedale: «Le nostre puntuali denunce erano più che fondate e la realtà quotidiana non ha mancato di confermarle. Purtroppo. Di fronte alla continua sottrazione di servizi, alla chiusura di reparti non ci siamo fidati delle promesse elettorali dei partiti di maggioranza che governano la nostra Regione. Ci ricordiamo – prosegue il comitato – di coloro che prima del voto avevano promesso mari e Monti per il nostro nosocomi. Dopo il voto sono scomparsi i mari, mentre i Monti hanno sbandierato come una strabiliante vittoria l’inglobamento dell’Ondoli nell’ASST di Varese».
Il comitato critica in particolare quella che ritiene l’assenza di un vero piano per l’ospedale: «Nessun progetto di miglioramento dei servizi, nessuna azione volta a sostituire il personale che va altrove o che va in pensione. Anzi! In assenza di un chiaro progetto che qualifichi il rilancio dell’ospedale, continua lo strisciante depotenziamento da noi denunciato anni fa. Poiché non abbiamo mai creduto alle promesse elettorali di queste persone, hanno cercato di delegittimare il Comitato ed i 13 .000 cittadini che hanno firmato la nostra petizione contro il degrado».
«Eravamo nelle piazze dei Comuni a sensibilizzare la popolazione, la gente era allarmata, ma i politici che governavano ( e governano ) asserivano che il nostro era un dannoso, inutile allarmismo. Ma ,purtroppo, il loro disegno ha continuato a dispiegarsi in ogni particolare. Con qualcuno hanno usato la sirena delle promesse fino a quando la realtà ha rotto gli argini delle parole. Ci hanno tolto il punto nascite, nonostante il riconoscimento di eccellenza sigillato dal bollino rosa, sparita la degenza pediatrica; l’ostetricia è aperta a tempo, mentre il reparto di oncologia non esiste più. La medicina ha visto la riduzione del 30% dei posti letto, mentre la chirurgia non può più effettuare alcuni interventi ed è stata trasformata in week surgery. Ed i primari che vanno in pensione o che se ne vanno a lavorare altrove non vengono sostituiti con altri primari fissi. Prima delle elezioni regionali alcuni candidati avevano promesso un interessamento positivo. Una volta eletti …. Ci domandiamo se questa non sia una strategia per far dire alla gente: “ per tanto così meglio che chiuda”! Ma il Comitato continuerà la sua battaglia».
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