Estinti i reati a carico dei bulli che indussero Carolina Picchio al suicidio

Il Tribunale dei Minori di Torino ha preso atto del ravvedimento dei giovani che avrebbero compreso la gravità della propria condotta

Si è concluso con una sentenza di non luogo a procedere il processo ai cinque ragazzi coinvolti nel suicidio di Carolina Picchio, la studentessa di 14 anni che nel gennaio del 2013 si tolse la vita a causa di un video diffuso in Rete.

Accusati a vario titolo di atti persecutori, violenza sessuale di gruppo, pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico, diffamazione, morte come conseguenza di altro reato, i cinque avevano chiesto e ottenuto nel giugno del 2016 la “messa alla prova”, un procedimento introdotto con il D.P.R. 448/1988 che offre a chi ha commesso un reato la possibilità di estinguerlo completamente senza andare in carcere e mantenendo la fedina penale pulita, il tutto affrontando un percorso di riabilitazione.

Oggi, mercoledì 19 dicembre 2018, il Tribunale dei Minori di Torino ha preso atto del ravvedimento dei ragazzi dichiarando estinti i reati a loro carico. Proprio a Carolina è dedicata la legge sul cyberbullismo approvata il 18 giugno 2017 e fortemente voluta da Paolo Picchio, padre della ragazza.

«Oggi avete il mondo nella tasca dei jeans. State attenti -raccomanda Paolo nel video girato per il progetto DigitaLife– perché in gioco c’è molto di più di uno schermo da proteggere».

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Pubblicato il 19 Dicembre 2018
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