La tutela di piante e animali locali inizia in aeroporto
Il docente di zoologia dell'Università dell'Insubria, Adriano Martinoli, ha tenuto una lezione a finanzieri e operatori dello scalo di Bergamo sulle specie che arrivano in modo consapevole o casuale
Si chiama “Life” e mira a proteggere le specie vegetali e animali autoctone. È un programma promosso e sostenuto dall’Unione europea che coinvolge i paesi e i suoi scienziati.
Anche l’Università dell’Insubria partecipa alla campagna di tutela della ricchezza vegetale e animale. Lo ha fatto per lo scoiattolo grigio, che minaccia quello rosso delle nostre valli, con il gambero della Luisiana vero predatore dei laghi, con il procione e così via.
Adriano Martinoli, zoologo e docente all’Università dell’Insubria, da anni è impegnato nella tutela del territorio e fornisce assistenza e supporto…. alle frontiere.
La scorsa settimana è stato invitato a dai Carabinieri forestali a tenere una lezione all’aeroporto internazionale di Orio al Serio. Tema: le specie alloctone.
« Lo scalo di Bergamo è il terzo i Italia per ordine di movimentazioni – commenta il professor Martinoli – L’aeroporto, a differenza di ciò che è stato fatto sia a Malpensa sia a Fiumicino, non ha una sezione specifica di controllo in ingresso dedicato a semi, piante e animali stranieri. Si tratta di esseri, vegetali o animali, che si nascondono nel terriccio delle suole delle scarpe, nelle piante, nei container.Piccoli organismi o semi, la cui identificazione non è scontata».
Così, il docente dell’Insubria , ateneo capofila di questo progetto di tutela che vede coinvolte anche le università di Pavia, di Milano, la Bicocca e la società Graia che opera sul lago di Comabbio, è stato ospite dello scalo bergamasco per dare indicazioni operative agli operatori aeroportuali e ai finanzieri al fine di individuare questi ingressi pericolosi.
Come intercettare i “viaggiatori” sgraditi sia nello scalo, sia nel territorio limitrofo ( attraverso trappole speciali): « Il campo è quello del trasporto inconsapevole – racconta il docente – perché tutta un’altra partita sono i commerci illegali. Questo è un campo ancora più complesso perché fa i conti anche con le esigenze economiche ed industriali. Da tempo io sostengo che occorrerebbe avviare una politica mirata anche in questo settore: se non è possibile vietare il commercio, almeno prevedere la vendita di animali sterilizzati, così da tenere sotto controllo la crescita della nuova specie. Le multinazionali che commerciano in animali sono veloci a virare verso nuove specie, quando un tipo di animale viene vietato. Per questo io ritengo che andrebbe affrontata con regole generali e ferme».
Nel caso che semi, animali o microorganismi dovessero essere intercettati scatta il sequestro, o la denuncia penale in caso di reato: « L’Unione europea si è dotata di una normativa abbastanza restrittiva in questo campo. L’Italia ha adottato le regole con la norma di attuazione del regolamento che indica diritti , doveri, obblighi e divieti.
La tutela della biodiversità passa anche dalla formazione e informazione di tutti
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