La vicenda dei sinti sfrattati approda in tribunale
Prima udienza in sede civile, l'avvocato delle famiglie chiede il rispetto delle condizioni concordate il 30 novembre, giorno dello sgombero. Il Comune si costituisce con una memoria difensiva: "Convinti delle nostre azioni"

La vicenda delle famiglie sinti allontanate da Gallarate approda ora in tribunale.
Si è tenuta questa mattina, venerdì 14 dicembre, la prima udienza in sede civile, dopo che il legale delle famiglie, l’avvocato Pietro Romano, ha presentato un provvedimento d’urgenza (art.700 del codice di procedura civile) per valer le ragioni dei sui assistiti, le quasi settanta persone allontanate dal campo di via Lazzaretto a fine novembre. Il giudice, al termine dell’udienza, si è riservato di decidere, cioè ha rinviato a dopo l’approfondimento della documentazione presentata.
Il provvedimento è stato presentato da Romano “per il ripristino delle condizioni contrattuali” tra Comune e albergo che ha accolto i sinti. Condizioni che erano state concordate al 30 novembre, alla fine della prima fase di sgombero, quando, le famiglie si erano effettivamente allontanate dal campo di via Lazzaretto, che era stato dichiarato abusivo dal Comune.
L’avvocato Romano ha prodotto, tra i vari documenti, anche la documentazione sulla prima tranche d’acconto pagata all’albergo di Somma (10mila euro) e la mail di conferma della prenotazione, fino all’8 gennaio 2019. «Il sindaco ripete che l’accoglienza durerà 30 giorni, ma i documenti riportano la data dell’8 gennaio». Romano ha chiesto per i suoi assistiti il rispetto delle condizioni di accoglienza in albergo definite al 30 novembre, ma – va sottolineato – anche la garanzia di una tutela oltre i 30 giorni, vale a dire fino a che il Comune non attiverà piani d’inclusione.
All’udienza erano presenti anche il sindaco Andrea Cassani e il segretario comunale, accanto al legale incaricato dal Comune, l’avvocato Andrea Lanata. «Abbiamo depositato la nostra memoria, nella quale riteniamo ci siano fondati motivi a supporto delle nostre azioni» commenta Cassani.
Tutto diverso è invece l’altro piano, quello penale. In questo caso l’avvocato Romano ha presentato una denuncia per maltrattamenti e abuso d’ufficio, verso i vertici dell’amministrazione comunale.
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