“Mi avevano tolto la libertà ma non la voglia di fare impresa”
L'amministratore delegato di Eolo, liberato questa mattina dopo una settimana ai domiciliari, ha spiegato alla stampa perchè respinge le accuse mosse dalla Procura e accusa Linkem: "Questa non è concorrenza"
«Sono stato privato per una settimana della cosa che ritengo più importante al mondo, ovvero della mia libertà personale e per un’accusa che per la mia storia personale reputo molto grave, e cioè quella di aver danneggiato lo Stato. In 25 anni di vita imprenditoriale ho creato aziende che hanno pagato decine di milioni di euro di tasse e diritti d’uso allo Stato e che hanno lavorato con e per lo Stato, realizzando molte cose».
Inizia così la conferenza stampa di Luca Spada, amministratore delegato di Eolo arrestato una settimana fa su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio con l’accusa di truffa allo Stato e furto di radiofrequenze e liberato questa mattina dallo stesso tribunale che ha valutato non ci fossero più i presupposti per una detenzione anche solo domiciliare.
Dopo aver elencato i successi di Eolo in questi ultimi anni, centinaia di migliaia di famiglie e persone connesse nei luoghi più remoti d’Italia, 400 dipendenti e continui investimenti per migliorare il prodotto, Spada è entrato nel particolare puntando subito il dito contro i concorrenti di Linkem e il suo amministratore Davide Rota, rei di aver fatto partire il procedimento con le loro denunce: «Contro questa concorrenza sleale prenderemo provvedimenti una volta acclarati i fatti che mi vedono, mio malgrado, coinvolto».
Poi è passato alla difesa pura dalle due accuse che giudica infamanti: «Non si può rubare una frequenza radio – ha detto Spada – è un impulso elettrico che viene trasmesso all’interno di uno spettro elettromagnetico, che è il contenitore che lo Stato gestisce. Io emetto un’onda elettromagnetica che attraversa lo spettro, uno spazio vuoto. È come dire che sono riuscito a rubare la forza di gravità. Una radiofrequenza non si può rubare, al massimo ci si può sintonizzare, cosa che facciamo dalle nostre radio ogni giorno».
L’altra accusa è la truffa: «Mi si contesta di aver degradato lo spettro elettromagnerico, facendogli perdere il valore iniziale ma anche questo non è possibile – spiega ancora Spada – non abbiamo causato danni a nessuno: nè allo Stato, nè a qualsiasi altro operatore privato».
Questa vicenda non frenerà i piani di sviluppo di Eolo e Spada prosegue: «Confermo il nostro piano di jnvestimenti di 300 milioni di euro nei prossimi 3 anni, da due anni abbiamo avviato un piano di 10 milioni euro per acquistare le frequenze del 5G, 28 Gigahertz e su queste frequenze stiamo basando tutto lo sviluppo di Eolo che sta portando internet a 100 megabit in molte parti d’Italia, estenderemo il prossimo anno la nostra rete anche al sud, diventando operatori nazionali». Spada, infine, conferma anche la presenza dell’investitore americano nella società: «Non è stato facile spiegare quanto successo – ha detto in conclusione – credo che vicende come questa non facciano bene all’immagine degli imprenditori italiani all’estero e quando qualcuno vuole investire in Italia ci deve pensare non due ma tre volte».
La vicenda giudiziaria andrà avanti ma l’avvocato Mario Zanchetti è ottimista: «Chiaramente puntiamo all’archiviazione di questa vicenda – conclude – ma il magistrato che ha ereditato il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Nicola Rossato, avrà bisogno di tempo per rileggersi tutta l’indagine alla luce di quanto abbiamo prodotto anche in sede di interrogatorio di garanzia».
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