Nell’iscrizione a scuola anche la scelta per il “panino da casa”
Nell'ultima riunione, i dirigenti scolastici hanno discusso le modalità di gestione degli alunni che si porteranno il pranzo da casa
![Anna Prandoni a il Panino Italiano](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2016/09/anna-prandoni-a-il-panino-italiano-567390.610x431.jpg)
Nella scuola dell’obbligo non si può imporre il costo della mensa. Con la sentenza del Consiglio di Stato del settembre scorso, scuole e amministrazioni comunali devono sistemare la questione “panino”.
Il problema è più complesso di quanto sembri.Non basta accettare che ciascun bimbo si porti il pranzo da casa, occorre anche mettere a disposizione locali refettorio e personale di sorveglianza:
« Sono due aspetti delicati e determinanti – commenta la dirigente del comprensivo Varese 1 Luisa Oprandi che è anche reggente al Vaccarossi di Cunardo -non tutte le scuole hanno spazi adeguati e men che meno personale di sorveglianza. E la questione è anche più difficile alla secondaria di primo grado».
Nell’ultima riunione dei dirigenti scolastici varesini alla Conferenza provinciale servizio, si è discusso proprio del “panino a scuola”. Nel verbale si legge: « Al fine di condividere un orientamento territoriale in ordine alle attenzioni connesse al riconosciuto diritto di consumo a scuola di cibo portato da casa per il pasto meridiano, dopo ampio confronto si propone di predisporre idonea modulistica in sede di richiesta di iscrizione delle famiglie, solo se proposto dall’Ente Locale e se raccordato anche con l’Azienda Sanitaria; in ogni caso il Dirigente dovrà garantire (con la stessa procedura di raccordo) idoneo spazio per l’eventuale consumo del cibo domestico »
Nella domanda che si presenterà dal 7 gennaio, dunque, tra i campi da riempire ce ne sarà uno dedicato al pranzo: mensa, ritorno a casa o panino?
Le scuole varesine si preparano dunque a gestire una nuova fase:la mensa scolastica deve sottostare a determinati requisiti imposti dall’Ats riguardo a dieta bilanciata e igiene. Fino a oggi, è stata proprio l’autorità sanitaria a imporre locali divisi tra chi mangia i pasti preparati per gli alunni e chi si porta il pranzo da casa. Il motivo è quello di evitare contaminazioni pericolose che possano dare luogo a intossicazioni o intolleranze.
« Negli open day – racconta Luisa Oprandi – abbiamo spiegato le novità mentre nella scheda personalizzata che si trova on line c’è il richiamo alle diverse opzioni: il link al sito del comune che sarà attivo dal prossimo marzo con tutti i servizi para scolastici, l’opzione pranzo a casa con il patto “scuola-famiglia” per l’uscita da scuola non accompagnato e l’opportunità del pranzo al sacco. Raccoglieremo le iscrizioni e poi, ora di settembre, avremo le indicazioni per allestire gli spazi adeguati».
Il confronto tra scuole, amministrazioni locali e autorità sanitarie dovrà dunque indicare il protocollo con le modalità operative tenendo conto della scarsità locali scolastici per molti istituti e di personale di sorveglianza da destinare.
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