“I sinti? Avete speso di più voi per l’azione di responsabilità”

In consiglio comunale il sindaco Cassani anticipa l'interrogazione: "Costerà 75-79mila euro". E scoppia lo scontro sulla bocciatura dell'azione di responsabilità per il Seprio Park in era Caianiello. Il Pd: "Sono sicuri? Mandino alla Corte dei conti"

Abbattute le ultime casette al campo sinti di Gallarate

«Lo sgombero dei sinti costerà 75mila-79mila euro, mezza giornata del bilancio comunale per risolvere un problema di decenni». È il calcolo del sindaco di Gallarate Andrea Cassani, che in apertura di consiglio comunale ha giocato d’anticipo, con un lungo intervento – duro e a tratti molto polemico – che si è smarcato dall’interrogazione presentata dall’opposizione.

Cassani ha definito «sciocchezze» i 400mila euro paventati come costo (il calcolo era stato avanzato, per primo, dall’avvocato Romano) e ha avanzato la sua ipotesi di calcolo: 75mila-79mila euro, togliendo i costi dello sgombero in sé, «che saranno a carico degli abusivi» e che il Comune punta a recuperare appunto dalle famiglie. «Sia chiaro che il sindaco non bleffa mai». Cassani ha anche accusato «i sinistri», cioè il centrosinistra che sosteneva l’amministrazione Guenzani, di aver speso negli anni per i sinti 500mila euro, tra mancati introiti e costi vivi.

Lo stesso sindaco Cassani ha poi anticipato una sorta di “confronto” tra le spese sostenute fin qui per i sinti e quelli per l’azione di responsabilità verso gli ex amministratori di Seprio Real Estate, quelli guidati – parliamo della seconda metà degli anni Duemila – da Nino Caianiello, allora timoniere di Amsc.  Il tribunale non ha ravvisato responsabilità negli ex amministratori e l’ha ricordato il vicesindaco Moreno Carù, che ha quantificato complessivamente in «300mila euro» il costo complessivo, tra costi processuali e mantenimento in liquidazione della società. Costi sostenuti per «l’atto non dovuto, ma voluto [dal centrosinistra], un atto di lotta alle streghe su cui avete costruito la vostra campagna elettorale».

Dalle file dell’opposizione ha risposto, già nella fase iniziale, il Pd con Giovanni Pignataro, sia sui sinti sia proprio sull’azione di responsabilità per Seprio Real Estate: «La lite temeraria non è stata riconosciuta dalla sentenza» ha premesso Pignataro, che poi ha ricordato che la stessa sentenza riconosce che «la responsabilità non c’è perché gli allora amministratori hanno chiesto consulenze tecniche», rinviando ad altri.

Pignataro ha anche giocato una carta a sorpresa: «Mandiamo la cosa alla Corte dei Conti, vediamo cosa ne pensa» ha detto il consigliere dem, sfidando implicitamente l’attuale maggioranza. «Vediamo anche cosa ne pensa del fatto che si vada avanti o meno con l’appello alla sentenza».

Forza Italia, per bocca di Germano Dall’Igna, ha annunciato che valuterà «un question time o una interrogazione per avere maggiori informazioni sui costi sostenuti» per l’azione di responsabilità.

Subito dopo questa fase di discussione si è registrato anche l’episodio di contestazione (con minacce verbali) al sindaco Cassani, da parte di un gruppo di militanti anarchici.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 19 Dicembre 2018
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