Sinti: dopo una mattina di tensione si apre uno spazio di mediazione
Settanta persone hanno lasciato l'albergo di Somma Lombardo questa mattina, lunedì 31 dicembre, e sono tornate a Gallarate per protestare
Dopo la mattinata di tensione, la giornata si conclude con una notizia positiva per quanto riguarda le famiglie Sinti sgomberate dal campo di via Lazzaretto.
L’avvocato Pietro Romano, che rappresenta i Sinti, ha ottenuto dal responsabile dell’Area Servizi sociali del Comune l’impegno che a partire dai prossimi giorni incontrerà ad una ad una le singole famiglie, per “fotografare” problemi ed esigenze di ciascuna, partendo da quelle con i bambini più piccoli, per vedere di trovare possibili sistemazioni.
«Gli incontri dovrebbero iniziare già dal 3 gennaio – dice Cinzia Colombo, della Rete delle associazioni gallaratesi – C’è un impegno preciso e siamo fiduciosi per questo spiraglio che si apre».
La mattinata era iniziata con un crescendo di tensione, dopo che i Sinti, ospitati per l’ultima notte nel Grand Hotel di Somma Lombardo hanno lasciato le loro stanze e si sono radunati in piazza sotto il Municipio.
Una sessantina di persone che dalle 11 hanno iniziato ad urlare a gran voce, chiedendo di avere una risposta dal sindaco, per sapere quale sarà il loro destino e quello dei loro figli rimasti senza una casa. Una situazione che per un momento ha rischiato di degenerare: non sono mancati da parte di alcuni dei sinti insulti e minacce rivolte al sindaco Andrea Cassani e alla moglie ed anche ad alcuni giornalisti. Al culmine della tensione alcuni si sono scagliati contro la porta finestra che dà accesso al municipio ed hanno rotto un vetro. Pochi minuti ma che hanno rischiato di far saltare i nervi, fino all’arrivo dell’avvocato Romano che ha calmato gli animi e iniziato un dialogo con forze dell’ordine e rappresentanti del Comune.
A un mese dallo “sgombero” dell’area comunale la preoccupazione, lasciata la struttura di Somma Lombardo che li ospitava, è trovare una sistemazione almeno per i 36 minori e le persone anziane, due delle quali hanno più di 80 anni.
E’ soprattutto per loro che occorre trovare una soluzione e, come ha sottolineato l’avvocato Romano, non è certo con le prove di forza, da una parte e dall’altra, che si può arrivare ad una soluzione nell’interesse di tutti: «Le battaglie si vincono in maniera pacifica e con il rispetto delle leggi».
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Non conosco nei dettagli questa vicenda ma sarei curioso di comprendere il motivo per cui sono stati cacciati dal loro campo,non era forse meglio trovargli prima una sistemazione e poi traferirli?