Una targa ricorda Emilio Bortoluzzi, padre della rianimazione varesina
È stata scoperta all'ingresso del centro di rianimazione e terapia intensiva una targa che ricorda i suoi meriti in campo medico, educativo e culturale
Una targa all’ingresso del reparto di rianimazione dell’ospedale di Varese al primo piano del monoblocco. Un riconoscimento a chi, quel reparto, lo volle con determinazione e coraggio.
Erano gli inizi degli anni ’70 ed Emilio Bortoluzzi, primario dal 1965, inaugurò un centro con 12 posti letto per la cura di quanti sono “in stato di morte apparente” come lui stesso disse in un discorso pronunciato a fine anni ’60 per chiedere l’attivazione del reparto.
A distanza di poco meno di 50 anni, l’ospedale gli destina un tributo, molto sentito soprattutto da chi, oggi, quel reparto lo dirige dopo averne imparato tecniche e modalità dallo stesso professore: « È stato un privilegio crescere e imparare con questo primario – ha ricordato il dottor Giulio Minoja negli ultimi giorni del suo mandato prima di andare in pensione – È stato un pioniere nella trasformazione del ruolo dell’anestesista in quello di rianimatore. Dopo il suo centro, l’ospedale ne aprì altri, di settore, prima la terapia intensiva di cardiochirurgia e poi quella di neurochirurgia. Era un grande medico dalle eccezionali doti umane ma era anche un uomo di grande cultura con cui si poteva discorrere di tutto, dallo sport, alla politica, all’arte».
La targa è stata scoperta dal fratello Giuseppe Bortoluzzi che ha appena festeggiato il suo centesimo compleanno. Presente anche il figlio di Emilio, Alberto: « L’ospedale era per lui una grande famiglia, un luogo dove si è impegnato e ha dato il meglio sia come medico e sia come uomo. La sua umanità era importantissima in un luogo per certi tratti così duro e difficile. Questa targa è un riconoscimento meritato e sono contento per l’affetto dimostrato da chi ha lavorato con lui e chi gli è stato vicino negli ultimi attimi della vita».
Emilio Bortoluzzi, dopo esperienze in Inghilterra e Paesi Scandinavi allora paesi di riferimento sull’argomento, convinse la Direzione ospedaliera di allora della necessità di aprire un reparto che fosse a disposizione dei casi più gravi provenienti dei reparti medici, chirurgici o dal Pronto Soccorso: la Rianimazione appunto, inaugurata nel 1971, moderna struttura dotata di 12 posti letto e delle attrezzature di monitoraggio e supporto artificiale.
Quella targa è un tributo doveroso: i parenti ( la moglie Stefania, con i figli Alberto, Elisa e Chiara, il fratello Giuseppe e il nipote Arturo) e molti amici hanno voluto essere presenti alla cerimonia, un momento per ricordare un grande professionista che amò la città.
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