“Le corse brevi? Per un tassista possono essere un problema, da risolvere”
Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere comunale e tassista, commenta il servizio di Striscia sui conducenti "furbetti" che rifiutano le corse, spiega le ragioni della categoria e la diversa situazione dei due terminal. "Al T1 il problema però è stato risolto"
Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere comunale gallaratese di Fratelli d’Italia e tassista, lo premette subito: «I fatti sono evidenti. Non si può negare che c’è una percentuale di soggetti che non rispettano le regole». Da conducente di auto in servizio pubblico però – dopo il servizio di Striscia La Notiza – spiega anche le ragioni dei suoi colleghi e il problema rappresentato dalle corse brevi.
«Le soste dei tassisti in aeroporto sono lunghe, si va dalle 2 alle 4 ore di attesa prima del proprio turno: se capita una corsa breve ci sono delle criticità, diciamo così». Detto in modo più esplicito: se dopo tre ore di attesa al tassista capita una corsa a tariffa minima da 13,3 euro, il guadagno è davvero irrisorio, a fronte del fatto che poi deve rimettersi in coda al terminal e attendere nuovamente il proprio “turno”, sperando invece in una corsa a maggior valore, come quelle verso Milano che portano in tasca al conducente un paio di banconote da 50 euro (Milano città si raggiunge a tariffa fissa di 95 euro, l’aeroporto di Linate a 105 euro).
Martignoni – che settimana scorsa, al passaggio di Staffelli a Malpensa, si è fatto anche fotografare con l’inviato di Striscia- spiega però anche che esistono due diversi approcci tra i due terminal dell’aeroporto: «Al T1 c’è la sbarra per l’incolonnamento: se si prende una corsa breve di durata inferiore alla mezz’ora, poi si rientra in fila da posizione più avanzata», consentendo così di recuperare poi una seconda corsa. «Al T2 invece manca». E questo appunto spiega – nella logica dei tassisti – il comportamento scorretto di alcuni al T2.
Al di là delle diverse dinamiche sui due terminal, Martignoni comunque critica in generale l’approccio di Striscia: «Non si può screditare un’intera categoria mostrando solo chi non rispetta le regole, una minoranza io direi abbastanza irrisoria». Il dubbio dei tassisti è che «salti fuori questo servizio proprio mentre si discute della deroga alla legge per Uber», in particolare sulle reti «dell’azienda che ha una posizione quasi monopolistica nel settore delle televisioni private».
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