Tre anni senza Morgione, Varese dimenticona saprà ravvedersi?

Tre anni fa la scomparsa del grande scrittore, umorista, disegnatore e giornalista. Il ricordo di Pierfausto Vedani

Le vignette per Gaspare Morgione

Tra le città capoluogo di provincia la nostra non ha un patrimonio architettonico di grande levatura, ma è invidiabile per le sue bellezze naturali, per un ambiente tutto sommato ancora vivibile nonostante  le incursioni  degli amici del cemento che anni or sono volevano un piano regolatore da 600 mila abitanti   mentre  i soliti politici regionali in seguito tentarono di far passare il progetto   di una Varese verticale, con aree centrali destinate ad accogliere grattacieli.

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Momenti di delirio  che  subito trovarono forti resistenze  in  particolare  in vecchi galantuomini della gestione della città e in  un  gruppo  di professionisti  di eccellente cultura.

A  queste due categorie  di memorabili cittadini   appartiene  Bepi Bortoluzzi  che abbiamo festeggiato nei giorni scorsi per i suoi cento anni di vita  nel segno  appunto dell’amore per Varese.

Era ed è tale il fascino   della serena,  quieta, “verde”  bellezza  di Varese  da irretire chi vi approda   come  semplice ospite  per poi diventarne un figlio.  E questi “adottivi” non sono stati e  non sono pochi, per di più di notevole profilo, e proprio perché tali destinati a essere vittime  di uno dei difetti della nostra comunità, la scarsa riconoscenza.

Non dico cose nuove ma  oggi sono trascorsi  tre anni dalla sua scomparsa e non posso  non ricordare Gaspare Morgione,  scrittore, umorista, disegnatore, giornalista di valore nazionale,  silenziosa  stella  di un firmamento, quello dell’umorismo e  della  satira, che in Italia è di pochi, ma che lo ha accolto e stimato. Sono stato  più volte testimone   dell’affettuoso rispetto delle più grandi firme, del loro invito a Gaspare a salire su palcoscenici più importanti di quello varesino, invito al quale seguiva un rispettoso diniego perché Gaspare  dopo una gioventù amara, di lotte, sacrifici e  rinunce  a Varese aveva trovato una vita  veramente serena  e una persona, il  carissimo direttore Lodi, che   aveva colto subito  la sua dimensione culturale e  l’importanza dell’utilità  giornalistica del   valore aggiunto della sua  formidabile  intelligenza: l’incisività del suo umorismo  veicolato in vignette e battute che facevano sorridere anche coloro che ne erano destinatari.

A scoprire Gaspare, a fargli lasciare anche  il posto di  amatissimo maestro elementare a Bodio,  per l’approdo a un lido sereno dopo anni di sacrifici e anche di dolori familiari,  è stato appunto Mario Lodi, direttore della Prealpina, il nostro quotidiano che ha da poco celebrato i 130 anni di vita ed  è stato primatista in Italia della novità delle vignette in prima pagina.

Noi colleghi di un tempo ormai lontano, maestranze e giornalisti, reduci di una storica svolta  editoriale  guidata  negli anni 70 da Stefano Ferrario,  imprenditore per capacità e serietà esempio nazionale, oggi ricordiamo con  fraterno e immutato affetto  il nostro Morgione sperando che la città dimenticona abbia a ravvedersi proponendo testimonianze della presenza e del servizio alla comunità  di un grande suo  “adottivo”.  Davvero Morgione l’ha amata e servita a lungo  con inesauribile intensità.

Quando Neil   Armstrong  il 20 luglio del 1969 sbarcò sulla luna, il presidente Ferrario regalò a  Gaspare  la riproduzione su un piatto d’oro  della   vignetta che accompagnava  la notizia. Si vedeva un selenita che con il braccio teso indicava e salutava l’astronauta esclamando: “Terun!”.

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Pubblicato il 06 Dicembre 2018
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