Bambini al museo: i “divieti al contrario” sono un mondo di possibilità
Visitando un museo i bambini possono disegnare sul quaderno, fare domande, immaginare. Tutte cose che piacciono ai piccoli, nel rispetto di regole e divieti

Portare i bambini al museo non è come portare un elefante in una cristalleria.
L’arte è uno degli insegnamenti fondamentali per la crescita dei figli che imparano presto a riconoscerla e ne sono affascinati, che si tratti di parole, musica, colori o materia.
Sempre più spesso gli allestimenti delle esposizioni prevedono percorsi di visita dedicati ai più piccoli, paralleli a quelli degli adulti, o visite guidate speciali, giochi e attività laboratoriali che servono proprio ad avvicinare i bambini al mondo dell’arte.
Anche i più piccoli, anche i più vivaci possono imparare a vivere serenamente gli spazi ad essa dedicati soprattutto quando ogni regola, accanto ai divieti da rispettare, racconta le grandi possibilità espressive e di gioco da vivere, all’interno di un museo.
Di seguito alcuni esempi.
Vietato correre, ma l’immaginazione può volare.
Vietato toccare, ma massima libertà di immersione con lo sguardo all’interno delle opere esposte.
Vietato avvicinarsi troppo, ma è possibile allontanarsi da ciò che non piace o non interessa.
Vietato urlare, ma si possono fare un sacco di domande a chi accompagna nella visita, o spiegare le proprie critiche nel caso qualcosa non piaccia.
Vietato lasciare tracce, segni o scarabocchi su opere, muri o pannelli, ma si può trarre ispirazione da quanto osservato per creare opere altrettanto belle al rientro a casa.
Vietato fare foto, ma si può disegnare sul proprio quaderno per ricopiare o riprodurre ciò che piace.
Vietato mangiare: ci si può saziare di bellezza.
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