Dai CCCP ai Nirvana, i trent’anni del Bloom raccontati in un documentario
Il bustocco Filippo D'Angelo e il varesino Ezio Riboni hanno girato un documentario in occasione dell'importante traguardo dello storico locale. Oggi è disponibile su Youtube
In quel locale, nel piccolo paesino della Brianza, sono successi fatti importanti, se non storici. Basta pensare al fax inviato da Via Eugenio Curiel 39 e indirizzato ad un albergo di Vienna: mittente Courtney Love, destinatario Kurt Cobain. Sul foglio, un bacio stampato con il rossetto, la sua firma e tre “x”. O al fatto che i Green Day amassero giocare a frisbee nel suo parcheggio, in attesa di fare le prove.
E poi, a nomi come The Carnival of Fools, Diaframma, CCCP, Elio e le storie tese, Bluvertigo, Modena City Ramblers, Litfiba, Marlene Kuntz, per parlare di artisti più vicini a noi.
Il Bloom di Mezzago ha compiuto trent’anni e per l’occasione gli è stato dedicato un documentario; celebre per aver ospitato il concerto dei Nirvana ai tempi di Nevermind (era il 17 novembre del 1991), il locale a 40 Km da Milano ha molto da raccontare. Punto di riferimento per la scena underground degli anni ’80 ed insieme centro ricreativo del paese, divenne ben presto la fucina di band del rock progressive prima, e del punk dopo.
I Green Day al Bloom di Mezzago
Filippo D’Angelo, regista per passione e operaio nella vita, non si è quindi lasciato scappare l’occasione di raccontare quell’avventura, nata di conseguenza all’esperienza di Radio Montevecchia. Alle spalle l’esperienza nei Black Vomit e le riprese per il video documentario dal titolo “Gli anni ’90 del Bar Tabacchi di Via Larga numero 8”, D’Angelo per il lavoro dedicato al “fiore” di Mezzago ha coinvolto anche il videomaker varesino Ezio Riboni. Ne è seguito un anno di lavoro alla ricerca di informazioni tra locandine, videocassette, vecchi giornali e musicassette.
Il documentario infatti, un’ora e ventidue minuti filati, è denso di racconti e aneddoti ed oggi è disponibile sul canale YouTube del regista. Sullo schermo appaiono gli storici fondatori del locale, ma anche band come Punkreas o artisti come Mauro Ermanno Giovanardi e Rodrigo D’Erasmo che raccontano il loro legame con il posto. Ci sono poi gli addetti ai lavori che narrano di soundcheck infiniti o ricordano di quando Francesco Di Giacomo (leader del Banco del Mutuo Soccorso) si mangiò cinque piatti di trippa di fila. O ancora, di quando bisognava aspettare la fine del campionato di bocce per poter dare inizio ai concerti.
Il Bloom di Mezzago è tutt’ora attivo e continua ad organizzare concerti, proiezioni, spettacoli teatrali, dando spazio all’arte in ogni sua forma. Il suo camerino continua ad essere venerato da musicisti di mezzo mondo: le pareti sono coperte di scritte e autografi. «E pensare che Courtney Love ci aveva lasciato la famosa scritta “I’m a bitch” a caratteri cubitali ma, successivamente qualcuno ha imbiancato le pareti e l’ha cancellata».
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