Droga nei boschi, venerdì gli interrogatori
Restano ricercate le sei persone colpite da ordine di custodia cautelare. L'apprezzamento dei sindaci e la promessa degli inquirenti: "Questo è solo l'inizio"
Sono fissati per domani, nella tarda mattinata, gli interrogatori di garanzia per gli arrestati durante l’operazione “Maghreb“, che ha portato in carcere cinque persone, altrettante con l’obbligo di firma e quattro ai domiciliari.
Altre sei figure, tutte destinatarie di custodia cautelare in carcere – e tutte di origini nordafricane – risultano irreperibili. « Fantasmi », li hanno chiamati i carabinieri che hanno seguito le indagini, termine utile per capire quali artifici utilizzassero per non farsi scoprire: carte telefoniche prepagate, cellulari datati con meno rischi di localizzazione, e poi quel sistema di muoversi, con le macchine “pulite“ dei clienti, spesso gente incensurata, senza problemi sulle targhe delle auto che al passaggio dai “varchi“ elettronici di controllo, risultavano pulite.
Uno degli arrestati è detenuto al carcere di san Vittore di Milano e sarà sentito dal gip meneghino per rogatoria.
Il primo, fondamentale passo per ridare dignità a boschi che a tutto dovrebbero far venire in mente tranne che lo spaccio di droga e l’ambiente deteriorato, è stato dunque fatto. Ora serve anche altro.
Gli interventi da mettere in atto su questo fronte seguono due strade. Passano cioè per l’immediata pulizia delle aree “fortino“ e dei punti di avvistamento, ricchi di segni di bivacco, sporcizia di ogni genere e anche rifiuti pericolosi, come diverse lastre di eternit impiegate per giacigli di fortuna. E poi per la riappropriazione delle zone che se non fosse stato per l’intervento di carabinieri ed esercito – coi Guastatori – sarebbero perdute, in mano alla delinquenza e allo spaccio.
“Questo non è un punto di arrivo, ma una partenza. Siamo solo all’inizio – ha difatti spiegato il pèrocuratore capo di Varese Daniela Borgonovo – . E passeremo al setaccio tutti i boschi in cui si spaccia“.
Per questo il magistrato ieri ha fatto riferimento a particolari specializzazioni che presso la Procura varesina si stanno adottando per perseguire questa tipologia di reati.
I sindaci ora sono più sollevati e pensano a come riappropriarsi dei boschi. Angelo Filippini, sindaco di Cugliate Fabiasco, uno dei territori colpiti dallo spaccio, ringrazia il lavoro delle forze dell’ordine.
«Penso di interpretare il sentimento di tanti colleghi della zona nell’affermare pubblicamente grande apprezzamento per il lavoro svolto dai militari della Compagnia di Luino, ma anche da tutte le forze messe in campo per stroncare questa organizzazione, che poteva mettere davvero in difficoltà le comunità locali, specialmente i nostri concittadini più giovani».
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