“Io sono Mia”, in Tv il film dedicato a Mia Martini
Martedì 12 febbraio il film ispirato alla vita vera della cantante verrà trasmesso in prima serata su Rai 1. La sua storia ci riguarda da vicino
La vita di Mia Martini arriva in Tv. Martedì 12 febbraio “Io sono Mia” il film che racconta la tormentata storia della cantante verrà trasmesso in prima serata su Rai 1. Dopo la fiction tv dedicata a Fabrizio De André, ora tocca alla biografia di Mimì.
La sua storia ci riguarda da vicino: Mia fu trovata morta nella sua casa a Cardano al Campo il 14 maggio del 1995, dove si era rifugiata, poco distante da Premezzo, il paese in cui viveva suo padre Giuseppe Bertè, dirigente scolastico di molti istituti varesini. Riposa per sempre, come il padre, al cimitero di Cavaria.
La protagonista del film diretto da Riccardo Donna, che sarà trasmesso in Tv in una sola puntata, è Serena Rossi, attrice con straordinarie doti vocali che è stata anche ospite a Sanremo. Serena Rossi ha duettato con Baglioni sulle note di “Almeno tu nell’universo”, brano che 30 anni fa, nel 1989, valse a Mia Martini il Premio della Critica al Festival della canzone italiana. Un momento toccante che ha suscitato qualche polemica per il fatto che, sia Baglioni sia la Rossi, non hanno mai fatto riferimento al vero motivo per cui Mia Martini, donna con un carattere forte e determinato, fu messa all’angolo dai colleghi e da tutto il mondo dello spettacolo.
«Mimì porta iella» si diceva a mezza voce e l’infamia si fece largo. L’aveva combattuta a lungo. Al tempo dei rifiuti continui, delle spalle voltate e degli amici di un tempo che facevano finta di non conoscerla, Mimì era tornata indietro alla ricerca delle proprie origini. Si era trasferita a Bagnara Calabra. Proprio in un posto che odiavo e non avevo mai capito, mia sorella era andata alla ricerca dei perché.
(…) Poi si era ritirata per un periodo a Calvi dell’Umbria. Mandai Renato in avanscoperta, ma in quel momento Mimì non voleva vedere nessuno. Andò a Milano, poi prese quel monolocale a Cardano al Campo. A un passo da Malpensa. Con gli aerei che le rombavano sopra la testa, la puzza di benzina, le grate alle finestre e la solitudine intorno. L’appartamento, un appartamento del cazzo, glielo trovò nostro padre. Le avrebbe potuto trovare un castello, ospitarla, accudirla, ma le riservò il peggio. Il posto più degradato, anonimo, immeritato per qualsiasi finale. (…)».
Lo spiega in un passo l’autobiografia di Loredana Bertè –Traslocando. È andata così-, sorella della Martini. Una calunnia che come un venticello passava di bocca in bocca: il suo nome non poteva essere pronunciato, perché portava sfortuna. Tutto ebbe origine, pare, dalla tragedia occorsa alla band che l’accompagnava in un concerto. I musicisti rimasero vittima di una grave incidente stradale e da allora il nome della cantante fu inesorabilmente legato a una generica “sventura”.
Di questo ma non solo si parlerà nel film che ripercorre la vita di Mimì e la sua straordinaria carriera. Sarà anche l’occasione per ascoltare alcuni dei brani più celebri: Piccolo Uomo, Padre davvero, Minuetto, Almeno tu nell’Universo, E non finisce mica il cielo.
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