In piazza contro il decreto Pillon: «È una battaglia di civiltà»
Centinaia di persone si sono incontrate in piazza del Garibaldino venerdì sera. Tante donne e uomini, ragazze e ragazzi per ribadire con chiarezza che “non si torna indietro sui diritti”
Centinaia di persone in piazza del Garibaldino. Tante donne e uomini, ragazze e ragazzi, anziani, questa sera, venerdì 15 febbraio, per dire no al decreto Pillon, ma anche per ribadire con chiarezza che “non si torna indietro sui diritti” come ha espresso Carolina Perfetti della segreteria regionale dello Spi-Cgil.
«Siamo adulti e responsabili e i decreti Pillon vanno respinti perché riguarda i diritti di tutti» ha detto Gabriella Sberviglieri aprendo il momento di comizio.
«È una battaglia di civiltà e non riguarda solo qualcuno. Riguarda gli uomini come le donne e non una parte politica, ma tutti. È importante che ci siano iniziative come queste che tengono insieme le associazioni, i gruppi, il sindacato. Il decreto Pillon danneggia i bambini, ma non c’è solo quella proposta, ma anche altre che mettono in discussione diritti civili e politici per cui tanti si sono battuti. Questo a prescindere dalle bandiere di partito. Questa sera qui rappresentiamo questa società che si batte per i diritti» ha aggiunto Alessandro Alfieri, senatore PD.
«Il disegno di legge Pillon è fuori dal tempo e rischia di colpire soprattutto i bambini. Per questo, in Senato, siamo al lavoro per farlo ritirare».
«Il testo del senatore leghista non è solo sessista e classista – spiega Alfieri -, è pericoloso. Dietro la facciata della parità genitoriale, ma solo a parole, c’è il rischio concreto di un ritorno al passato. Verrebbe messo in discussione il diritto alla separazione soprattutto per quelle donne economicamente più deboli o che subiscono violenza. Se il percorso legislativo dovesse andare avanti, verranno penalizzate le mamme, ma soprattutto i bambini. Per questo, con i colleghi del PD, in Senato ci stiamo battendo per contrastarlo e fermare la discussione. In questa battaglia siamo al fianco delle tante persone e associazioni che sono già scese in piazza e che lo stanno facendo anche in questi giorni».
In serata Pillon interverrà a Varese per un convegno al De Filippi.
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Pillon è la rappresentazione medievale del diritto della famiglia ed il suo decreto non fa altro che discriminare la parte lesa di un rapporto coniugale che nella maggioranza dei casi trattasi della donna, sopratutto se vittima di violenze domestiche. Inoltre, ed è questa la parte più grave, sembra fregarsene della tutela dei diritti basilari del minore, diritto ad avere una tranquillità sociale all’interno della famiglia e non essere sballottato al 50%-50% tra madre e padre in situazioni familiari diverse e compromettenti.
Pillon, il difensore estremo della famiglia, con il suo decreto rischia di ottenere l’effetto contrario. Nessuno si sposerà più per non cadere in caso di separazione sotto la lente inquisitoria di una legge fatta da chi probabilmente vede nella famiglia solo un mero tornaconto politico. Del resto il boccone di carne bisognava lanciarlo verso la moltitudine di rabbiosi e repressi che sembra oramai permeare in ogni angolo di questo paese.