Ad Arsago si rischia di andare al voto con un unico candidato
Fabio Montagnoli, che viene dall'amministrazione di Claudio Montagnoli, ma si candiderebbe con un gruppo nuovo, mentre il resto della lista civica uscente non ci sta. E allora la sfida sarebbe una sola: far votare metà degli elettori ed evitare il Comune commissariato
Ad Arsago Seprio si rischia di arrivare, alle elezioni di maggio, con una sola lista.
Per ora l’unica candidatura emersa è quella di Fabio Montagnoli, consigliere di maggioranza uscente, pronto a guidare una lista civica con impronta più vicina al centrodestra, con l’appoggio della Lega. E con un’impronta di rinnovamento, nella posizione politica e nei nomi, rispetto al gruppo uscente, quello civico che era raccolto intorno al sindaco uscente (che non si può ricandidare) Claudio Montagnoli.
È uno scenario curioso, perché Claudio Montagnoli ha governato negli anni con una lista civica molto allargata, che nel 1999 vinse senza sfidanti, nel 2009 s’impose con il 57,5% sfidando i partiti e poi si riconfermò in maniera quasi plebiscitaria, nel 2014, contro una candidatura “di bandiera” della Lega.
Ora: anche Fabio Montagnoli viene dall’amministrazione uscente, in cui era consigliere delegato alla Polizia Locale. Ma il gruppo che si sta aggregando intorno viene solo in parte dalla precedente amministrazione e vede invece – appunto – il ritorno della Lega. All’opposto, il grosso del gruppo di amministratori di Montagnoli (Claudio) non sarebbe disponibile a candidarsi, né con Montagnoli (Fabio) né in una lista alternativa.
E allora? Il rischio è appunto quello di una lista unica. Scenario un tempo riservato a qualche paesino di montagna e ora più frequente. Un quadro che mette al riparo dalla campagna elettorale, se non per un punto: deve andare a votare almeno il 50% (più uno) degli aventi diritto, altrimenti il Comune finisce commissariato. Come è successo – per stare in provincia di Varese – a Brezzo di Bedero nel 2015, quando votò meno della metà degli elettori e quindi si tornò alle urne a distanza di un anno, in cui l’amministrazione fu affidata a un commissario prefettizio venuto da fuori.
Allo stato attuale, il rischio c’è, appunto, visto che il resto del gruppo di Claudio Montagnoli non è disponibile a sfidare la Lega e visto che gli altri partiti non hanno particolare radicamento (il Pd, per dire, non ha neppure un Circolo). Solo che questa volta non si parla di un paese di montagna da qualche centinaio di abitanti, ma di un paese da 3mila e passa elettori iscritti.
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