Carenza di medici e ospedali intasati, Pd: “Servono più presidi sul territorio”
Il consigliere Astuti ha visitato gli ospedali varesini: "tante le eccellenza ma per risolvere i problemi serve più medicina di territorio"
Lo scenario tratteggiato è di quelli da non far dormire la notte: «degli oltre 15mila medici ospedalieri il 60% andrà in pensione nei prossimi dieci anni, un cambiamento epocale nel quale si corrono tanti rischi per una sanità che ha già molte carenze».
Il consigliere regionale Pd Samuele Astuti, che sta visitando tutti gli ospedali della provincia di Varese per una ricognizione sullo stato dell’assistenza sanitaria, è stato negli ospedali varesini di Circolo e del Ponte e insieme al sindaco di Varese Davide Galimberti e all’assessore Roberto Molinari e lì ha voluto rilanciare una proposta per superare le tante criticità emerse.
«L’ospedale varesino è una struttura con tantissime eccellenze, sia per quanto riguarda il personale medico che infermieristico – spiega il consigliere regionale -, ma come tante strutture lombarde soffre di un problema cronico di carenza di personale e di un sistema sanitario che non funziona. Noi oggi abbiamo visto i nuovi vertici delle aziende sanitarie e nel fargli un grande augurio di buon lavoro ci teniamo a rilanciare una proposta di sistema per quanto riguarda l’assistenza sanitaria in provincia».
Secondo Astuti è il sistema che non funziona e che porta ad “intasare” il servizio ospedaliero, quello del Pronto soccorso in particolare: «la pressione sull’accoglienza ospedaliera è enorme e questo è dovuto al fatto che i cittadini spesso non hanno altri posti dove andare per farsi curare. Questo – denuncia Astuti – accade perché in Lombardia per troppi anni si è dimenticata la medicina dei territori e noi crediamo che li sia un pezzo della soluzione del problema. Dobbiamo tornare ad investire sulla medicina territoriale attraverso, ad esempio, la creazione dei Presst che lavorano per fornire prestazioni sanitarie al di fuori degli ospedali».
I Presst sono previsti anche dalla riforma sanitaria e sono dei poliambulatori dove il paziente viene preso in carico trovando cure di base e specialistiche.
«La strada che va perseguita è quella di una sempre maggiore cooperazione tra le strutture sanitarie e il territorio – ha spiegato il sindaco di varese Davide Galimberti -. Le amministrazioni comunali, con i servizi sociali in particolare, spesso sono il primo luogo dove si fotografano le carenze del servizio sanitario e alle tante che già vediamo si aggiunge la preoccupazione per un futuro dove il pensionamento di tanti medici aprirà un problema enorme».
«L’ente locale rimane la prima frontiera di vicinanza al cittadino – spiega l’assessore al sociale Molinari -, e noi vediamo che la riforma sanitaria sta mostrando tutte le sue carenze e serve una riflessione ad ampio raggio. I vertici dell’autorità sanitaria varesina sono nuovi e quindi con loro possiamo lavorare con una prospettiva che guarda al futuro ma ci sono problemi che dovremmo porci a livello regionale e nazionale: ad esempio il tema dei medici che vanno in pensione e non vengono sostituiti o quello dei giovani medici che vanno all’estero a lavorare perché trovano condizioni migliori».
Astuti rivendica l’approvazione di un ordine del giorno in Consiglio regionale per la creazione di un presidio territoriale anche in provincia di Varese: «gli aspetti da affrontare sono molti ma dobbiamo partire da un sistema di assistenza sanitaria più radicato sul territorio se vogliamo dare risposte ai bisogni dei cittadini e prepararci ad affrontare i problemi che si presenteranno nell’immediato futuro».
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