Colombo: “Il buon lavoro non ha confini!”
Il commento di Marco Colombo, imprenditore, presidente di Aime agroalimentare e vice presidente di Italia Madre, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla tracciabilità dei prodotti alimentari importati dall’estero
«Un passo avanti verso la libera informazione, un passo avanti verso la tutela del consumatore, un passo avanti verso la libertà di scelta, l’importante è non trasformare il tutto in una gogna mediatica».
Commenta così Marco Colombo, imprenditore, strenuo difensore del Made in Italy, presidente di Aime agroalimentare e vice presidente di Italia Madre, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla tracciabilità dei prodotti alimentari importati dall’estero.
«Ribadisco che il concetto di qualità è e dovrà sempre di più essere un termine globale – commenta Colombo -. Globale non dovrà più essere un termine spauracchio o di riferimento delle multinazionali che rifiutano controlli e si impongono nei mercati a loro volta controllati dalle stesse realtà finanziarie, proprietarie delle prime, ma dovrà essere un contesto libero, consapevole ed aperto ad ogni tipo di informazione in merito alla tracciabilità delle materie prime e dei loro valori nutrizionali, nutriceutici e chimico batteriologici».
«Essere italiano non è per forza una certificazione di qualità e di sicurezza, io sono da sempre per il libero mercato, ma come già ribadito in tutela massima del consumatore, che deve poter scegliere – spiega ancora Colombo -. Da produttore di filiera 100% Made in Italy, mi piace competere sui mercati internazionali, confrontandomi con fantastici colleghi stranieri, che sono i primi a riconoscere le nostre competenze e, sopratutto, la nostra fortuna di lavorare in ambienti unici, i nostri microclimi, che ci aiutano a trasformare in bontà assolute le nostre produzioni, senza però dimenticare che non per questo noi possiamo pensare di usare scorciatoie o furbizie per evitare la stessa concorrenza, se leale e basata sulla dedizione e massima deontologia. Il buon lavoro non ha confini!».
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