Dentro Biumo: parla il parroco don Carlo Garavaglia

Per capire quali sono le luci e quali le ombre di uno dei quartieri più antichi della città realizzeremo diversi articoli di approfondimento, sotto iltitolo "Dentro Biumo": il primo è al parroco del quartiere, don Carlo Garavaglia

Biumo

Il quartiere di Biumo a Varese è un simbolo: è uno dei più antichi e storici, ha un importante tasso di attività culturali, una vitalità anche commerciale che nei quartieri è ormai merce rarissima. In questi tempi però, Biumo è diventato il simbolo del disagio di una città. Ma è davvero così? Quanto c’è di degrado, quanto di trasformazione sociologica e quanto di scelte urbanistiche? L’unico modo per scoprirlo è andare, fisicamente, in quel quartiere e vederlo, anche con gli occhi dei suoi abitanti. Per capire quali sono le luci e quali le ombre di uno dei quartieri più antichi della città.

Per farlo, non basterà un articolo: seguite il tag “Dentro Biumo” per leggere tutti i nostri approfondimenti.

Per incominciare questo viaggio nel quartiere di Biumo, abbiamo raggiunto chi storicamente è deputato alla cura della comunità, tutta, senza distinzioni: il parroco di Biumo don Carlo Garavaglia, chiedendogli innanzitutto da quanto tempo è a Biumo: «Sono arrivato 5 anni fa da Gallarate come parroco di Biumo, e da tre anni sono responsabile della comunità pastorale Beato Samuele Marzorati, che comprende Biumo Inferiore, Biumo Superiore, Valle Olona e San Fermo»

Che realtà ha trovato?
«Un quartiere popolare, molto vivo e con una storia ecclesiale significativa. La Chiesa nel tempo ha mostrato vicinanza reale alle persone che vivono qui. Ho trovato anche tanta gente attiva, impegnata. C’è anche una serie di persone che che domanda, chiede, ha bisogno, e per questo c’è il centro d’ascolto della Caritas, che serve puntualmente sia italiani che stranieri: gli italiani sono circa la metà».

Di Biumo si dice di tutto. Qual è la sua percezione del quartiere? «Innanzitutto, che è un quartiere vivace  e dove c’è una realtà ecclesiale presente e attenta alle persone. Di certo è un quartiere in trasformazione: sociologicamente è cambiato, c’è gente arrivata da molte parti del mondo. Proveniente prevalentemente dall’Europa – qui è importante la realtà albanese – ma anche dall’Africa, la comunità della costa d’Avorio in particolare. Ma arrivano anche da Sudamerica e Asia, in particolare Filippine e Sri Lanka».

Una trasformazione che non sembra drammatica: «Il volto del quartiere dal punto di vista sociologico sta mutando, ma è un inserimento senza particolari scosse. Indubbiamente c’è un lavoro di integrazione fatto e da fare, si intravede. Le persone che arrivano qua, anche da lontano, sono persone che nella grande maggioranza si stanno inserendo anche dal punto di vista religioso: molti di loro sono cattolici, vengono a messa, mandano i figli all’oratorio».

Una affermazione che non è solo generica o teorica, perchè a Biumo ci sono manifestazioni comunitarie ben precise: «Una volta al mese alla chiesa di Caravaggio c’è una messa dedicata alla comunità albanese, officiata da un prete albanese e nella loro lingua. Sempre nella stessa chiesa c’è un momento particolare per i fedeli della costa d’Avorio, che si ritrova nei locali per la catechesi. E la domenica presso le suore di san Giuseppe ci sono momenti di accoglienza per Filippini, peruviani e persone che arrivano dallo Sri Lanka».

Ma non è solo il dato sociologico, secondo don Carlo, a contare: «Un altro cambiamento importante da tenere presente è quello urbanistico, dell’abitare: prima c’erano molti negozi, molte attività, adesso molti di meno. Ci sono molte case sfitte, anche se in vista c’è un importate progetto riqualificazione come quello dell’ex Enel e del Progetto Stazioni, e allo stesso tempo c’è molto traffico. L’impatto del parco Perelli è stato riassorbito e in parte risolto. Da questo punto di vista è importante fare attenzione al tempo della sicurezza, ma per funzionare ci deve essere anche l’elemento accoglienza. D’altra parte, la domanda di sicurezza è funzionale a un’accoglienza: se chi lavora all’integrazione pensa alla sicurezza, l’accoglienza diventa più facile».

Un imperativo, per fare un vero identikit di Biumo, secondo “Il don” sembra essere: «Superare il problema del disagio: invitiamo le persone a leggere in maniera piu attenta il cambiamento far percepire, conoscere, abitare il quartiere. E’ tutta la città che sta cambiando, oltre all’inserimento di persone nuove va considerato anche che ci sono sempre meno bambini e sempre più anziani. Superiamo lo sguardo del disagio e partiamo dalla realtà: non c’è un quartiere peggio degli altri, c’è un cambio in atto nella città. Si chiede attenzione preventiva, e il compito della comunità cristiana è esattamente questo in un momento cosi»

Com’è la vita parrocchiale? «La parrocchia, nella sua nuova articolazione di comunità pastorale, è e rimane un punto di riferimento e di incontro per famiglie per i giovani e per tutti. Oltre ad offrire servizio religioso siamo presenti nell’educazione dei ragazzi: l’oratorio è aperto anche durante la settimana, per la catechesi e le realtà sportive: in particolare quest’ultima è bella e i bambini stranieri sono molto integrati. Anche perchè molti di loro sono ragazzi e giovani della seconda generazione, e si sentono già italiani perché nati nella città».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 04 Marzo 2019
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.