Due imputati per l’incendio al circolo di Capolago

I fatti risalgono al 25 Aprile 2011. Il pm solleva l’incompatibilità per il giudice monocratico, che fu Gip durante le indagini

Avarie

Tre fatti contestati ai due imputati oggi di fronte al giudice per il rogo al Circolo di Capolago del 2011: droga, estorsione e incendio.

Ma il processo si è subito fermato per via dell’incompatibilità sollevata dal pubblico ministero per via del fatto che il giudice monocratico è lo stesso giudice che si occupò del caso durante le indagini preliminari.

Gli imputati sono due ragazzi di Varese di 29 e 30 anni accusati, il 25 aprile 2011, di aver appiccato il fuoco al locale con liquido infiammabile, in concorso tra loro.

Alla base dei fatti, secondo quanto osservato dalla richiesta di rinvio a giudizio, vi sarebbe un giro di droga che i due volevano imporre agli allora titolari del Circolo Cooperativa Contadini e operai, di via Fè.

Le iniziali indagini, di cui si occupò la Digos di Varese, gravitarono attorno all’ipotesi politica: vuoi per i trascorsi del circolo, tra i primi ritrovi dei simpatizzanti della Lega Lombarda; vuoi per la concomitanza con una data da sempre “calda“, come quella de il 25 aprile.

Nulla di tutto ciò, secondo le indagini successive: i due imputati sono accusati di avere dato fuoco alle pareti dell’immobile, alla porta d’ingresso a tavolini, panchine e al ballatoio per indurre l’esercente a continuare ad acquistare da loro la coca.

Da qui – la richiesta di rinvio a giudizio è datata 2016 – il processo, ora fermo per la richiesta sollevata dal pubblico ministero.

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Pubblicato il 05 Marzo 2019
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