Le dinastie nelle bocce, i Barilani come i Buddenbrook
Un ritratto di Pino e Walter Barilani due generazioni che hanno scandito le emozioni di questo sport

Da Varese a Como fino a Milano si narrava di lui sovente, aggiungendo ogni volta dei particolari veri, o inventati, o semplicemente arricchiti dal ricordo delle imprese, quasi sussurrando, per il rispetto che il nome incuteva: Pino Barilani. Il campionissimo, il grande giocatore di volo, capace di colpire i pallini più nascosti, per quattro volte campione italiano – dal 1965 al 1979 -, sia nella specialità individuale che in coppia, con altri totem del mondo delle bocce/raffa come Antonio Riva e Tagliabue. I giovani che si avvicinavano a quello sport lo portavano ad esempio, anche per la sua conclamata correttezza in campo, e cercavano di imitarlo, cercavano di rubargli i segreti del suo talento innato. Poteva lo splendore di tanta classe rimanere sterile in famiglia? Impossibile.
A cavallo degli anni Settanta e Ottanta s’incominciò a mormorare con sempre maggiore insistenza non solo del Pino, ma dei Barilani. Infatti, quatto, quatto stava emergendo un altro talento purissimo sulle orme del padre: il figlio Walter. Anche lui campione italiano, di categoria, nel 1978 e campione europeo nel 1994, un numero incredibile di gare nazionali conquistate – quasi duecento -, e la partecipazione odierna nella compagine dell’Alto Verbano al campionato italiano di società.
Di Walter colpisce la naturalezza del gesto in campo, individualista nato, sa fare di tutto: accosta
con precisione millimetrica, colpisce indifferentemente di volo o di raffa con percentuali sorprendenti. Sembra scanzonato, lo sguardo burlesco pare preludere a tranelli tattici – stai attento, il messaggio subliminale per l’avversario, che ti metto in difficoltà – e le bocce assumono, nelle sue mani, una loro vita indipendente tanto appaiono guidate, quasi radiocomandate. C’è da bocciare al volo? Walter appare indifferente, lontano, con disinvoltura raccoglie il suo familiare oggetto e, senza pensarci un attimo, lo scaglia con un sincronismo perfetto e la boccia ricade dove deve ricadere, allontana quella dell’avversario, anche se nascosta, anche se quasi invisibile, con una maestria immutata nel tempo. Già, il tempo. Walter per l’età non è più papabile per la maglia azzurra della nazionale. È ancora un grande campione, ma, confessa, l’alto livello impegna sempre più.

Nel Campionato italiano di società l’Alto Verbano non naviga in acque tranquille, potrebbe rischiare di rimanere invischiato nella lotta per non retrocedere, quindi la tensione, in ogni incontro, rimane sempre altissima. «Ma Walter, tu che hai raccolto l’eredità di papà Pino, a chi lascerai il testimone?». «Purtroppo a nessuno della famiglia, mia figlia non nutre interesse per questo sport, perciò – e lo dice con un pizzico di mestizia – quando smetterò io, la dinastia dei Barilani si concluderà», quasi si dovesse percorrere un destino similare, seppure solamente nel mondo delle bocce, a quello dei Buddenbrook di Thomas Mann.
PILLOLE DI BOCCE
– Venerdì 1 marzo – Trofeo San Cassano – Regionale coppia.
1) Chiappella/Turuani – Possaccio (VCO)
2) De Fendi/Zarini – Renese (VA)
3) Macellini/Plebani – Daverio (VA)
– Giovedì 7 marzo – Gorla Maggiore – Inizio gara regionale Trofeo Stellini – individuale
cat. A – Coppia cat. B e C.
– Venerdì 8 marzo – Vergiate – Campionato Provinciale Femminile
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