L’intelligenza artificiale entra in tribunale
Il progetto è Estone e dovrebbe essere operativo entro fine anno. Per il momento, sarà applicata solo per controversie di natura civile, nelle quali il valore dei beni contesi sia inferiore ai 7mila euro

Metti l’algoritmo al posto del giudice. L’idea arriva dall’Estonia, dove il ministro della Giustizia Urmas Reinsalu ha chiesto al 28enne Ott Velsberg, chief data officer del governo estone, di sviluppare un’intelligenza artificiale in grado di determinare l’esito di un processo.
L’algoritmo, ancora tutto da scrivere visto che l’idea è che sia pronto entro la fine dell’anno, inizierà ad occuparsi esclusivamente di cause civili. Nelle quali il valore del contendere, scrive l’edizione americana di Wired, non superi i 7mila euro. L’idea è che le parti carichino su un server tutta la documentazione che ritengono rilevante per perorare la propria causa, esattamente come si fa in un processo tradizionale. La differenza è che in questo caso non serviranno udienze, ma sarà l’algoritmo, esaminando i documenti, ad emettere una sentenza.
Contro la quale, come avviene normalmente, sarà possibile presentare appello. Questa volta, però, ad un giudice umano. L’idea è che affidarsi all’intelligenza artificiale possa velocizzare lo svolgimento dei procedimenti e contribuire così a smaltire i casi arretrati. E del resto non è la prima volta che l’Estonia decide di introdurre gli algoritmi nella gestione della cosa pubblica.
Esiste, scrive sempre Wired, un’AI che incrocia i curriculum dei disoccupati con i profili ricercati dalle aziende. Una sorta di centro per l’impiego digitale capace di ottenere risultati più efficaci di quelli tradizionali. Nel senso che il 72% dei lavoratori assunto grazie alle macchine è ancora occupato sei mesi dopo la firma del contratto, contro un 58% di quelli selezionati dai soli impiegati dei Cpi estoni.
E del resto il Paese baltico è all’avanguardia nell’innovazione digitale per quanto riguarda la pubblica amministrazione. Qui dal 2005 è possibile votare elettronicamente alle elezioni, la carta di identità è anche carta di debito e abbonamento ferroviario. Ora la digitalizzazione arriva nei tribunali, chiamando l’intelligenza artificiale a svolgere il delicato ruolo di giudice. Se il progetto avrà successo lo dirà il tempo, lo stesso Velsberg ha dichiarato che l’algoritmo andrà aggiornato con i feedback di avvocati e magistrati. Così come sarà da valutare la reazione dei cittadini rispetto al fatto che sia una macchina ad amministrare la giustizia.
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