Messaggi di pace e in difesa dell’ambiente per celebrare il Kaki
La tradizione del kaki si è rinnovata anche in questo 2019, ad un anno dal ventennale del simbolo della pace, piantato nel 2000 davanti alla chiesa sconsacrata di san Giovanni
Sassi colorati, bombe di semi sparse dei prati e una storia raccontata seguendo un’antica tradizione giapponese.
La tradizione del kaki si è rinnovata anche in questo 2019, ad un anno dal ventennale del simbolo della pace, piantato nel 2000 davanti alla chiesa sconsacrata di san Giovanni.
Gli alunni della scuola primaria “A. Manzoni”, accompagnati dalle insegnanti, hanno posizionato i sassi colorati, presi dal cortile della scuola di Morosolo, intorno alla pianta nata da un seme sopravvissuto all’esplosione atomica di Nagasaki (agosto 1945).
A raccontare la storia del kaki, con la tecnica del Kamishibai, antico metodo giapponese di raccontare, è stata Anniva Anzi, madrina del “Kaki tree project” casciaghese, colei che insieme al marito e ai figli si imbattè nel 1999 alla Biennale di Venezia nell’opera di Tatsuo Miyajima, e la portò alla scuola primaria “Alessandro Manzoni” di Morosolo. Da allora le maestre e gli alunni della scuola primaria celebrano ogni anno il compleanno del kaki.
I bambini, in cerchio, hanno ascoltato il racconto, rapiti dall’avventura di questo seme, sopravvissuto ad uno dei momenti più tragici della storia contemporanea. Su ogni sasso, colorato con tecniche ecologiche, gli alunni hanno scritto messaggi di pace.
Nel tragitto dalla scuola alla chiesa di san Giovanni i bambini hanno anche lanciato nei prati “bombe” di semi, preparati con la creta: un modo per proseguire nel segno del messaggio ecologista e in difesa del pianeta lanciato venerdì 15 marzo nel “Fridays for Future”.
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