“Non solo Varese, l’Università diventerà davvero dell’Insubria”
Il nuovo Rettore Angelo Tagliabue ha parlato dei progetti futuri concentrati soprattutto su Como e su Busto Arsizio. L'area di Comerio scartata: troppo decentrata
All’inizio dell’anno, un nuovo dipartimento è nato in casa dell’Università dell’Insubria. Si tratta di Scienze Umane. Dopo anni di dibattito sulla necessità che l’ateneo diversificasse la sua anima molto scientifica, è stato costituito il nuovo orientamento. Ma, è nato a Como e non incorpora il corso di Storia, mentre, invece, sposta automaticamente la quota di iscritti di Scienze della Comunicazione da Varese e Como.
Un segnale inequivocabile se si va oltre la bella notizia. Che progetti ha il nuovo rettore Angelo Tagliabue per la città?
« Dopo venti anni in cui l’ateneo ha avuto un ruolo prevalente a Varese, ora voglio riequilibrare la situazione. Non solo Como ma anche Busto Arsizio. Insomma, l’Università diventerà davvero dell’Insubria».
I movimenti non sono passati inosservati: complice la decisione del Politecnico di abbandonare la sede lariana, si sono aperti nuovi orizzonti e ambizioni per questo ramo che ha da sempre sofferto un po’ il ruolo di “attore non protagonista”: « La scelta del Politecnico, che capisco date le risorse economiche che abbiamo a disposizione, ci apre quindi nuovi scenari. Quella era considerata la vera università della città. Ora diventerà l’Insubria».
I progetti ci sono in svariati campi: dall’edilizia, alla offerta formativa, dalla cultura ai servizi. Così si può leggere, per esempio, l’intenzione di esporre in modo permanente i reperti tratti dai cantieri archeologici di Caravate e Cittiglio al Chiostro di Sant’Abbondio. Senza dimenticare gli accordi già avviati con l’Asst Lariana e in fase di trattativa con l’Asst Valle Olona per il corso di medicina e chirurgia e per quelli sanitari.
Anche per Busto Arsizio vengono prospettati scenari di espansione: « Pensiamo a una magistrale di Scienze motorie – spiega il rettore – che dovrà essere vicino a strutture richieste. Ci stiamo orientando sul vecchio ospedale di Busto che verrà liberato con l’inaugurazione del polo unico. Occorrerà discutere con la Regione ma è importante iniziare a progettare per presentarsi con un progetto serio e realizzabile».
Non interessa, viceversa, il grande polo lasciato libero da Whirlpool a Comerio: « È troppo decentrato. Oggi si deve ragionare in termini di rete limitrofa a Milano e già Legnano può risultare scomoda. Inoltre, durante la campagna elettorale avevo sondato la volontà dei docenti attualmente impegnati a Busto e la loro risposta unanime è stata quella di continuare a investire su quella città».
Insomma, il futuro sarà davvero “insubre” con Varese che assisterà alla crescita della altre sedi satellite. Il motore propulsivo cittadino sembra spegnersi: « Io non ne faccio questione di campanili – taglia corto il professor Tagliabue – bisogna concentrarci sull’esistente e sulla sua convenienza in un’ottica di vicinanza».
Il cambio di passo è evidente anche in altri aspetti della vita amministrativa. Il direttore generale Penso Doria ha rassegnato le dimissioni mentre un sostituto pare sia difficile da individuare: « Il direttore generale di ateneo è una figura di recente costituzione – spiega il rettore – istituita con la Riforma Gelmini. Tutte le università hanno dovuto correre ai ripari cercando tra i profili in circolazione. Purtroppo non esistono figure complete come richiede quel ruolo: tutti i candidati hanno peculiarità settoriali. Il nostro ateneo, inoltre, è penalizzato perchè, essendo piccolo, ha stipendi meno competitivi di altre realtà. Ma qualche profilo lo stiamo valutando ».
Archiviato il ventennio di vita, l’ateneo volta pagina in modo scoppiettante: le novità magari si chiariranno già nel novembre prossimo quando dovrebbe svolgersi la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico: «Per quest’anno non me la sono sentita di fare la cerimonia – ammette il professor Tagliabue – non c’era nulla di mio da presentare. Tutti i risultati facevano parte del passato rettorato».
Le novità, dunque, a novembre.
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È davvero molto bello che il Nuovo Rettore pensi non solo alla “blasonata” Varese, ma che si concentri ancghe su sedi che hanno una storia e ta tissime potenzialità.
L’università può solo trarne vantaggio, aumentando i corsi, le professionalità, l’appetibilità e la vicinanza al territorio, che era il pensiero fondatore dell’Ateneo.
Sarà bello veder rifiorire la sede di Como, ed ancora di più poter sfruttare al meglio quella di Busto, che ha tantissime potenzialità, ignorate o poco considerate fino ad ora.