Chi paga le strade per l’ospedale unico? “Se non lo fa la Regione, teniamoci l’ospedale esistente”
Le aree scelte per il nuovo ospedale oggi sono a verde, servirebbero nuove vie d'accesso. E su questo punto, un po' all'improvviso, il sindaco di Gallarate frena sul progetto. "Metta i soldi la Regione, altrimenti sistemiamo il Sant'Antonio Abate"
«Sulla viabilità per arrivare al nuovo ospedale non possiamo permetterci di essere superficiali. Prima devono farci sapere come arrivarci, poi diremo ciò che ne pensiamo». Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani frena all’improvviso, sulla strada che sembrava tracciata per il nuovo ospedale unico Gallarate-Busto.
Il punto è che la strada non c’è. O meglio: non è ben chiaro chi dovrà farsi carico dell’espansione della viabilità che servirà per servire quella zona – in territorio di Busto – che dovrebbe vedere insediarsi il nuovo ospedale unico. Una zona oggi a verde (nella foto) e servita solo da stradine secondarie se non sterrate.
Chi paga le nuove strade che vanno fatte, l’allacciamento alla superstrada 336, al Sempione e agli altri assi di collegamento? Il sindaco di Gallarate vorrebbe che paghi la Regione, capofila e grande promotore dell’intervento di fusione tra i due ospedali. «Credo che non ne vada fatta una questione partitica o politica ma è solamente una questione di buon senso per tutelare i miei cittadini e tutti coloro i quali, arrivando dai comuni limitrofi, si dovranno recare nel nuovo ipotizzato ospedale unico tra Gallarate e Busto Arsizio. Due anni fa il Comune di Gallarate ha presentato a Infrastrutture lombarde un’ipotesi di viabilità alternativa, ma ancora nulla ci è stato fatto sapere» (l’ipotesi era di prolungare la esistente via Filzi con nuovo sottopasso). «Se si farà (a spese di Regione Lombardia) un’ulteriore arteria di collegamento tra Gallarate e l’area individuata, ben venga il nuovo ospedale, altrimenti si pensi a risistemare il Sant’Antonio Abate».
Il sindaco ribadisce tutto il sostegno all’ipotesi di ospedale unico, considerato necessario, ma chiede chiarezza alla Regione, a partire appunto dalla viabilità. «Non possiamo certo permetterci di avere come unico accesso viale Milano, che in alcuni momenti dell’anno è già congestionato, o la superstrada 336». Poi c’è anche una questione più ampia: «Non si sa nemmeno se l’area indicata, a Beata Giuliana, sia sufficiente a contenere l’edificio e i servizi connessi». Servizi strettamente connessi alla struttura, come i parcheggi, puntualizza Cassani. La zona gallaratese vicina all’ospedale unico è la “area 336”, al centro di infinite polemiche politiche, della precedente Variante in riduzione, di ricorsi dei proprietari (respinti). «L’abbiamo sempre detto: se parte di quelle aree serviranno per il nuovo ospedale, noi le metteremo senz’altro a disposizione. Altrimenti rimarranno come adesso».
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