Sinti, l’appello di EveryOne Group alla chiesa italiana
Nell'appello alla Cei l'associazione esprime "sorpresa e delusione" per la decisione dell'Istituto Diocesiano di Sostentamento del Clero di denunciare le famiglie che hanno occupato un terreno agricolo alla periferia della città
Riceviamo e pubblichiamo
Sinti a Gallarate: le famiglie rischiano nuovo sgombero. La società civile si appella alla Conferenza Episcopale Italiana
Le famiglie sinte di Gallarate, dopo lo sgombero da via Lazzaretto, in pieno inverno, rischiano ora di essere cacciate anche dal nuovo insediamento di fortuna in cui si sono rifugiate, in via Aleardi, in zona Madonna in Campagna. “Se dovessero trovarsi ancora in mezzo alla strada,” commenta Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group, organizzazione internazionale pr i diritti umani, “i bambini, le donne e tutte le persone socialmente fragili che appartengono alla comunità sinta entrerebbero in una situazione di crisi umanitaria difficilmente reversibile. Un’ipotesi che violerebbe la nostra Costituzione, oltre che la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, il Trattato di Lisbona”. Dopo aver appurato che il terreno in cui la comunità si è insediata per evitare di disperdersi e di essere colpita da grave precarietà appartiene all’Istituto Diocesiano di Sostentamanto al Clero, che fa parte della Conferenza Episcopale Italiana, EveryOne Group ha inviato il seguente appello urgente ai vescovi:
“Eccellenze Reverendissime della Conferenza Episcopale Italiana, Illustrissimi membri dell’Istituto Diocesiano di Sostentamento del Clero, alcune famiglie sinte che si trovano in uno stato di povertà ed emarginazione estreme hanno trovato rifugio da qualche settimana a Gallarate, in zona Madonna in Campagna, su un terreno agricolo di proprietà dell’Iastituto cui ci rivolgiamo, che fa parte della Conferenza Episcopale Italiana. Il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa Cattolica e appartiene alla sua stessa natura apostolica, come espressione dela sua santa essenza. Non vi è santità senza carità. Con questa premessa, che sicuramente incontra la vostra condivisione, vi comunichiamo la nostra sorpresa e la nostra delusione di fronte alla decisione da parte del vostro Istituto Diocesiano di Sostentamento del Clero di denunciare alle autorità competenti per ‘occupazione di terreno privato’ le famiglie cristiane di etnia Sinta che hanno trovato rifugio su un fazzoletto di terra di vostra proprietà, dopo essere state sgomberate dal loro precedente insediamento di via del Lazzaretto, sempre a Gallarate. Il campo di via del Lazzaretto era stato istituito nel 2007 sulla base di un accordo con l’amministrazione comunale, per consentire alle famiglie, composte da cittadini gallaratesi, di condurre un’esistenza dignitosa, allevando e scolarizzando i numerosi bambini e ragazzi. L’attuale amministrazione ha definito il campo come “abusivo”, senza considerare gli aspetti civili e umanitari che pongono la piccola comunità in una condizione di estrema vulnerabilità, e ha ordinato uno sgombero che ha messo la famiglie in mezzo alla strada, in un periodo gelido dell’inverno scorso. Alcuni cittadini di buona volontà, sull’esempio di San Martino, che era Vescovo come gli illustrissimi membri della CEI, si danno da fare per soccorere le famiglie nelle esigenze più gravi e nel tentativo di identificare un luogo in cui esse possano trovare riparo, evitando una diaspora e una crisi umanitaria irreparabili. Vi supplichiamo, Vescovi e sacerdoti che operate per l’Istituto Diocesiano di Sostentamento del Clero, di non rinunciare alla carità né alla santità che è nei vostri cuori e nella vostra missione in questo mondo, accanto ai poveri e ai perseguitati, e di ritirare la denuncia nei confronti delle famiglie di Gallarate, consentendo loro di sopravvivere sul vostro terreno, in attesa di una soluzione che eviterà loro una sorte drammatica e che verrà trovata senza dubbio, grazie all’impegno coordinato da parte della società civile (che non le abbandonerà), di voi Eccellenze Reverendissime e delle istituzioni, che hanno tradito la loro missione cacciando la comunità Sinta dalla città, ma che danno già segni di volersi ravvedere. Con la più grande fiducia nelle vostre decisioni quali espressioni di testimonianza del Vangelo di Cristo e del vostro santo spirito di carità, vi porgiamo i nostri più sinceri saluti. Roberto Malini, Dario Picciau, Glenys Robinson – co-presidenti di EveryOne Group”.
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Appello plausibile anche se dal tono inaccettabile . Meglio evidenziare i propri valori che puntualizzare quelli degli altri . Nel merito, pur essendo favorevole alla soluzione urgente del problema creato dalla amministrazione comunale a solo scopo elettorale , ritengo inoppurtuna l’occupazione di un suolo privato. Meglio sarebbe stato aprire un dialogo con i proprietari e trovare “prima” , se possibile, un accordo. Di fronte al fatto compiuto chiunque avrebbe esposto denuncia a propria tutela. Tutto sommato non siamo nel “Far West” . Spero quindi nella apertura di un dialogo , anche se tardivo, piuttosto che forzare la mano.