Tiziano Genoni: “La camelia più bella è quella dedicata a mia figlia Eleonora”
Appassionato ed esperto nel suo giardino ha oltre centocinquanta piante, una delle quali dedicata ad Eleonora, la figlia scomparsa nel 2010 dopo una lunga malattia
Per Tiziano Genoni le camelie sono più di una passione. Quando si entra nel suo giardino si ha la sensazione di accedere ad un piccolo regno dove questo fiore dal sapore asiatico è il protagonista: centocinquanta piante, provenienti da tutto il mondo che danno colore alla sua casa, in inverno e in primavera. «Lavoravo come perito meccanico in fabbrica, mettere le mani nella terra mi aiutava a scaricare le energie negative e così ho iniziato a coltivare», racconta.
Le piante sono predisposte intorno al perimetro della casa, sono arbusti con foglie verde brillante e con caratteristiche diverse una dell’altra. La primavera anticipata ha già fatto sbocciare qualche fiore ma l’esperto assicura che non ci saranno problemi, «è una pianta forte e farà altre gettate. Una delle caratteristiche che amo di più è che durante l’ inverno le foglie si spostano per coprire i boccioli e ripararli dal freddo».
Genoni racconta delle sue piante con attenzione e cura, facendo trapelare il grande significato che oggi hanno per lui. In mezzo ai tanti fiori del suo giardino infatti ce n’è uno molto importante ed è quello dedicato alla figlia Eleonora, scomparsa nel 2010 all’età di quindici anni e mezzo, dopo aver lottato contro una lunga malattia. «Quando se n’è andata volevo strappare tutto quello che avevo seminato. Poi è stata anche questa passione a darmi una ragione per andare avanti».
Mentre tiene in braccio Pallina, la cagnolina di casa, racconta quel delicato periodo: «Ho lasciato il lavoro e ho deciso di dedicarmi alle mie passioni, di prendere in mano progetti che avevo nel cassetto da molto tempo». Entra quindi a far parte della Società Italiana della Camelia (di cui oggi è il responsabile per la regione Lombardia) e insieme agli altri soci decide di dedicare un fiore a Eleonora che oggi in botanica prende il nome di “Camelia Sasanqua Eleonora Genoni”. «È una pianta nata da un seme che raccolsi nel terreno dei giardinieri Piffaretti», racconta. Nel frattempo ha girato tutta Italia con le sue “Camellie del Verbano” – «scritto con due l, come vuole il nome antico» – e destinato il ricavato di mostre e manifestazioni all’associazione dell’Ospedale Gaslini di Genova che si occupa di ricerca pediatrica sul cancro.
Il 6 e il 7 aprile sarà tra gli organizzatori e i protagonisti della mostra organizzata a Villa Della Porta Bozzolo di Casalzuigno e dedicata a questo fiore così particolare. «Ha una storia molto interessante con risvolti sociali, culturali e storici. La Camelia ha origini giapponesi ed è arrivata in Europa nel 1760 e in Italia nel 1792, alla Reggia di Caserta. Nei primi anni dell’800 arriva anche sul Lago Maggiore, probabilmente portata dai giardinieri Rovelli che lavoravano sulle Isole Borromee».
La libreria del signor Tiziano è composta da duemila volumi, tra i quali si possono trovare anche pagine con disegni fatti a mano, come si usava una volta. «Li ho raccolti in questi anni, alcuni sono introvabili ormai». Prima di lasciare la collezione botanica in questo speciale giardino di Travedona Monate, il signor Genoni ha un’altra storia da raccontare. Proprio di fianco al suo cancello c’è una stradina dissestata nominata Via Delle Camelie, «mi hanno espropriato un parte di terreno e ho chiesto che venisse dedicata ai fiori».
Come coltivare una Camelia:
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