Ucciso per una vendetta passionale l’uomo trovato murato a Senago
Arrestata una commerciante di gioielli siciliana residente a Genova: aveva avuto una relazione con la vittima che la lasciò rubandole alcuni preziosi. La donna si vendicò assoldando alcuni malviventi, anch'essi finiti in manette
Nessun regolamento di conti strettamente legato alla droga o alla malavita comune: è un colpo di scena quello fornito dagli investigatori che hanno lavorato al caso dell’uomo trovato murato a gennaio in un elegante complesso residenziale di Senago – pochi chilometri da Saronno – dove era in corso un intervento di ristrutturazione.
Dietro alla morte violenta di Astrit Lamaj, 41 anni nel 2013 quando scomparve senza lasciare traccia, si profila una storia più articolata di quanto si pensasse inizialmente. L’uomo, albanese e con precedenti legati al mondo della droga, sarebbe stato ucciso da alcune persone forse collegate a una cosca mafiosa della zona di Riesi (questi particolari si leggono su Repubblica), ingaggiati da una commerciante di gioielli di origine siciliana ma residente e operante a Genova, la città dove viveva Lamaj.
La vittima avrebbe avuto una relazione sentimentale con la donna, oggi 64enne, ma – sempre secondo le ricostruzioni degli inquirenti – l’albanese avrebbe interrotto il rapporto dopo aver sottratto alcuni gioielli. Così la commerciante – arrestata quest’oggi nei pressi dell’aeroporto di Genova, forse in procinto di lasciare l’Italia – avrebbe pianificato la vendetta con il supporto di alcuni uomini di sua conoscenza, divenuti poi gli autori materiali del delitto. I Carabinieri (sono intervenuti quelli di Milano, Caltanissetta, Enna e Genova su ordine del Procuratore della Repubblica di Monza) hanno fermato quest’oggi quattro persone tra Muggiò, Enna e appunto il capoluogo ligure, con la pesante accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Gli investigatori non hanno per il momento reso note le generalità degli arrestati.
Lamaj era stato identificato dopo circa una settimana dal macabro ritrovamento: i brandelli dei vestiti ritrovati nell’intercapedine del muro corrispondevano con gli abiti indossati dal 41enne al momento della scomparsa, avvenuta a Genova. E senza i lavori di ristrutturazione nel complesso immobiliare di Senago – gli attuali proprietari non sono in alcun modo coinvolti nella vicenda – questa storia sarebbe rimasta insoluta molto più a lungo. Forse per sempre.
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