La genitorialità lenta, tra piccoli rischi e buoni esempi
La chiamano "Slow parenting" ed è una filosofia dell'essere genitori basata sulla consapevolezza e sul rispetto dei tempi dell'apprendimento e della relazione educativa
Mai sentito parlare di “Slow parenting”? Letteralmente significa “genitorialità lenta” e si basa su una filosofia derivata in gran parte del movimento slow e che raccomanda il rispetto dei tempi di apprendimento di ciascun bambino, che possono essere anche molto diversi.
L’idea è quella di andare più piano ed essere più consapevoli di ciò che ci circonda, in netta contrapposizione con la tendenza di oggi a correre da una parte all’altra città con i bimbi in auto per portarli a frequentare corsi sportivi, attività artistiche o laboratoriali le più disparate.
I principi di questa “educazione a fuoco lento” si possono riassumere attorno a 5 pilastri.
IL GIOCO PRIMA DI TUTTO
Il gioco per i bambini è una questione molto seria. È il principale contesto di apprendimento ed è quindi necessario garantire loro spazi e tempi per giocare e per scoprire come funziona il mondo.
EVITARE LA CAMPANA DI VETRO
La curiosità spinge a conoscere, ma vivere questa scoperta significa anche affrontare dei piccoli rischi, naturalmente proporzionati all’età.
L’ESEMPIO DEI GENITORI
Mamma e papà non sono “amici” dei figli, sono i loro genitori. Il compito dei genitori è amare, guidare e soprattutto essere d’esempio per i bambini, per facilitarne la crescita senza esercitare pressione e quindi senza generare stress.
MENO È PIÙ
Altra risorsa enorme nell’apprendimento dei bambini, al pari della curiosità è la creatività. Per questo una matita e un foglio sono preferibili a qualsiasi schermo.
IL TEMPO
L’educazione passa attraverso alla relazione e la relazione ha bisogno di tempo. Tempo lungo, disteso e sereno che i genitori condividono con i figli in spazi tranquilli.
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