Maltrattamenti all’asilo, chiesti quattro anni per la direttrice
Udienza preliminare di fronte al Gup. Per l’altra imputata la pm ha chiesto il rinvio a giudizio

Stesso giudice – Alessandro Chionna, giudice dell’udienza preliminare – stesso reato contestato, ma riti diversi per il caso dei maltrattamenti sui piccoli al nido privato di Gavirate dove la procura di Varese ipotizza siano stati compiuti reati sui piccoli ospiti.
Per la maestra – la “direttrice” – infatti, il rito è l’abbreviato, che prevede uno sconto di pena per non arrivare al dibattimento: a breve si potrebbe arrivare alla sentenza e oggi il pubblico ministero Giulia Floris ha chiesto una condanna di 4 anni. La difesa oltre al rito alternativo aveva anche richiesto e ottenuto un incidente probatorio per dimostrare un particolare stato di stress emotivo patito dalla donna – 39 anni – nel corso della sua attività lavorativa a contatto coi bambini.
Per la ‘cuoca’, che si occupava anche della mensa scolastica della piccola casa per bimbi nel centro storico del paese, sempre la pm del “pool” varesino destinato a indagare su reati su persone offese deboli ha invece chiesto il rinvio a giudizio, cioè l’inizio del processo con rito ordinario, più lungo.
I fatti di un anno fa, che si riferiscono a 46 episodi documentati dalle indagini dei carabinieri di Besozzo, irrompono nel pieno del dibattito sull’introduzione obbligatoria delle telecamere nei luoghi di cura per anziani non auto sufficienti e negli asili.
I militari ottennero le misure cautelari dopo alcune settimane di osservazioni proprio grazie alle microcamere posizionate in seguito alla segnalazione di alcuni genitori circa strani comportamenti da parte dei loro bimbi.
Prossime udienze: 9 aprile quando parleranno le parti civili e la difesa, il 7 maggio.
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