Pochi i medici, il pronto soccorso è in codice rosso
Situazione estremamente critica quella del PS che registra una grave carenza di personale. Regione Lombardia punta sul reclutamento di medici e sul numero 116117
Liste d’attesa e pronto soccorso. Sono le due emergenze sanitarie di Regione Lombardia. I direttori generali, al momento della loro nomina, hanno ricevuto un mandato ben preciso: ridurre le criticità in questi due campi con ogni mezzo.
L’ospedale di Varese non fa eccezione all’emergenza regionale. Soprattutto per il pronto soccorso sono sempre giorni di grande difficoltà. Non basta l’iperafflusso, anche problemi di personale e carenze di specialisti stanno creando una situazione al limite della sopportazione per gli operatori impegnati quotidianamente. Tra mancate conferme e domande di trasferimento il drappello di medici a disposizione del dottor Massimo Bianchi, direttore facente funzioni, è davvero risicato, talmente limitato che non sono prevedibili nemmeno le ferie.
« È un’emergenza diffusa anche fuori della Lombardia – chiarisce il presidente della Commissione sanità della Regione Emanuele Monti – Salutiamo con favore la decisione del Governo di autorizzare l’assunzione di un maggior numero di medici. Fino a oggi la Lombardia, pur avendo disponibilità economiche, si trovava con le mani legate a causa di norme che mettevano tetti e paletti. Nel momento in cui si riuscirà ad aumentare il personale, migliorerà il servizio. Non dico che tutti i problemi scompariranno, ma si avrà una gestione più vicina alla domanda».
Oltre al problema del budget, però, c’è anche quello della mancanza di candidature: questo reparto di frontiera è poco attrattivo, spesso per le criticità connesse al lavoro. Molte azienda ospedaliere vedono andare deserti i propri bandi.
L’altro grande tema, secondo Monti, è l’accesso inappropriato: « In un ospedale come quello di Varese che conta poco meno di 70.000 pazienti all’anno, una gestione migliore dei codici bianchi e verdi porterebbe un grande sollievo. Da soli rappresentano il 70% dell’attività».
Ma come si risolverà la domanda di assistenza? Con un nuovo numero dedicato alla sanità. È l’116117 attualmente attivato in via sperimentale a Milano, Mantova, Cremona e Lodi, ma che, a fine anno, sarà esteso a tutte le province: « Attualmente c’è una centrale dedicata che si trova a Niguarda dove arrivano le chiamate per casi non in emergenza. Il centralino smista a medici di medicina generale a disposizione che daranno risposte, consigli e suggerimenti per le terapie. Con un’adeguata informazione, questo servizio solleverà il PS dalla gestione di questi casi meno urgenti».
Il nuovo numero va ad affiancarsi a quello del servizio di continuità assistenziale che, in questi anni, non è riuscito a contenere l’emergenza PS. In attesa di conoscere la risposta che otterrà l’116117, interventi urgenti sono richiesti per il PS Varesino: « Si prenderà più personale – chiarisce Monti – l’aumento dei posti letto nell’ospedale varesino non è una priorità. Non è più una valida risposta alla luce dei nuovi scenari epidemiologici, clinici ed economici che ci attendono».
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Ci sarebbe un modo abbastanza semplice per ridurre gli accessi al Pronto soccorso ossia di chiedere agli utenti di pagare i 25 euro (mi pare sia questa la cifra) dovuta per i codici bianchi appena arrivati e, se dopo l’intervento del medico il codice risulti esente da ticket, restituire quanto pagato. Mi pare oltretutto che molti codici bianchi una volta visitati si “dimenticano” di pagare con mancati introiti per l’ospedale.