Abolire le “rotonde dei frontalieri”? Un referendum lo deciderà
Domenica 19 ticinesi al voto, il cui esito avrà ricadute anche su tanti «automobilisti-lavoratori» di casa nostra

La questione semafori al posto delle rotonde si potrebbe sintetizzare così: voto svizzero, rischio (quasi tutto) italiano.
Perché domenica i residenti in Canton Ticino voteranno per un quesito referendario che consentirà di decidere se dare seguito o meno al progetto di sostituire le attuali tre rotatorie tra Cadenazzzo e Quartino, sulla piana di Magadino. Valore: 3,3 milioni di franchi svizzeri.
I sostenitori di questa modifica – quindi il governo del cantone – sostengono che verrà diminuito il tempo di percorrenza, da un terzo alla metà in meno dell’attuale.
Secondo i detrattori dei semafori che si sono riuniti nel Comitato “basta sprechi, no ai semafori sul piano di Magadino“, invece «oggi ci troviamo ad investire 3,3 milioni di franchi per dei semafori intelligenti quando fino a pochi anni fa gli esperti di riferimento davano quale soluzione ottimale per quella tratta la costruzione di rotonde? Stiamo parlando di ben ben 6 rotonde per un costo di oltre 10 milioni di franchi. Ora invece, senza che i parametri abbiano subito sostanziali modifiche – se non un ulteriore aumento dei veicoli in transito – sembrerebbero ritornare di moda i semafori, un tempo demonizzati in quanto causa di lunghe attese», scrive su bastasprechi.ch il deputato ticinese – di Ascona – del Partito popolare democratico (PPD) Marco Passalia.
SICUREZZA – Inoltre «nel rapporto MEVISA dell’Ufficio prevenzione infortuni (UPI), le rotonde figurano, con le zone 30, zone incontro, corsie ciclabili e i limiti di velocità, tra le misure più usate e utili per migliorare la sicurezza stradale. Innumerevoli studi e verifiche effettuati da diversi ricercatori, in diversi Stati che hanno paragonato l’incidentalità nelle rotatorie con l’incidentalità degli incroci da queste rimpiazzate, ne cito solo alcuni. Uno studio del 2001 dell’IIHS americano “Insurance Institute for Highway Safety“ ha documentato che nelle rotatorie avvengono 80% incidenti in meno rispetto ai tradizionali incroci con semafori. Il Canton Turgovia già nel 2008 ha pubblicato un’analisi su un campione di 6 rotatorie registrando una diminuzione di due terzi e in caso del 100% di incidenti. La provincia di Treviso ha registrato un dimezzamento dei decessi. Se ancora non bastasse si tenga presente che su quella strada un paio di chilometri più a est presso lo svincolo di Camorino abbiamo già un incrocio semaforizzato, classificato dall’USTRA come un HOT SPOT nazionale per livello di incidenti».
FRONTALIERI – In mezzo alla disputa, manco farlo apposta, ci sono i frontalieri italiani, che sì, con le loro auto concorrono all’aumento del traffico verso le aree industriali, ma al contempo saranno anche i primi a fare i conti coi cambiamenti, qualora dovesse tornare l’alternanza verde/rosso sulla tratta interessata.
TRASPORTO PUBBLICO – L’alternativa? Il trasporto pubblico, che a breve secondo il partito del “no”, porterà vantaggi: «Se per il collegamento stradale veloce si parla di 2030, l’alternativa ferroviaria sarà in funzione a partire del dicembre 2020. Infatti, con l’apertura della galleria di base del Ceneri saranno dimezzati i tempi di percorrenza tra il Sopra- ed il Sottoceneri. Come riferisce lo stesso Governo ticinese si prevede un raddoppio di passeggeri tra Bellinzona e Locarno (da 4’000 a ca. 8’000 utenti/giorno) e un quadruplicamento della domanda per le relazioni tra il Locarnese ed il Sottoceneri (da 1’400 a ca. 6’000 utenti al giorno). Che vuole dire dagli attuali 6’000 si passerà a 14’000 pendolari al giorno sul TILO e conseguente diminuzione del traffico stradale».
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