Apre la mostra di Renato Guttuso, “la cultura al centro della città”

Si è aperta con una inaugurazione a inviti alle 18 di sabato 18 maggio (al pubblico apre domenica 19) la mostra "Renato Guttuso a Varese". Opere della Fondazione Pellin

Si è aperta con una inaugurazione a inviti alle 18 di sabato 18 maggio (al pubblico apre domenica 19) “Renato Guttuso a Varese. Opere della Fondazione Pellin”, la mostra a cura di Serena Contini con cui il Comune di Varese celebra Renato Guttuso ai Musei Civici di Villa Mirabello.

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Chi c’era al vernissage della mostra di Guttuso 4 di 54

A partecipare al vernissage, oltre 400 persone tra autorità civili, militari e religiose e volti noti della cultura e dell’arte. Presenti tra gli altri il presidente di Camera di Commercio Fabio Lunghi, il prefetto Enrico Ricci, il Questore Giovanni Pepè. Ma anche Rosita e Luca Missoni, Daniele Bossari con Filippa Lagerback.

I venticinque dipinti – ventuno patrimonio della Fondazione e oggetto di un comodato d’uso con il Comune di Varese e altri quattro in prestito – sono per la prima volta presentati a Varese nelle sale della villa in un percorso a temi che permette di valorizzare la collezione Pellin e l’apparato fotografico, per la maggior parte inedito. La rassegna si svolge nell’anno del decimo anniversario della scomparsa di Francesco Pellin, il più importante collezionista privato delle opere del maestro di Bagheria.

«Questa mostra è solo l’inizio, un punto di partenza – ha spiegato l’assessore alla cultura e al turismo Roberto Cecchi – Un incipit cui vorremmo che seguisse a breve una nuova mostra, di ampio respiro, dedicata alla rilettura della figura di quest’artista dal multiforme ingegno, che fu anche apprezzato notista e scenografo. Magari stringendo un rapporto di collaborazione col Museo di Bagheria e con l’archivio di Palazzo del Grillo, a partire dagli scritti pubblicati di recente da Bompiani».

«L’iniziativa – aggiunge il sindaco di Varese Davide Galimberti – trova piena consonanza coi programmi dell’Amministra­zione comunale che, a partire dalla seconda metà del 2016, ha posto la cultura al centro del progetto di rilancio della città. Riconnettendo beni, musei e territorio. E il coinvolgimento dell’iniziativa privata».
All’inaugurazione hanno partecipato circa quattrocento persone, tra gli ospiti molti rappresentati delle istituzioni e della cultura come, ad esempio, la famiglia Missoni, Filippa Lagerback e Daniele Bossari. A presentare la serata l’assessore Roberto Cecchi, il Sindaco Davide Galimberti, la curatrice della mostra Serena Contini e il critico d’arte Carlo Alberto Quintavalle.

LA MOSTRA

Il percorso espositivo prende avvio dalla sezione “Protagonisti” ove sono esposte le quattro opere in prestito, che ritraggono il collezionista, la moglie Adriana, l’autoritratto del Maestro (L’Atelier) e il Paesaggio d’Ischia realizzato in occasione della nascita del primogenito dei Pellin. La sezione è anticipata da materiali fotografici e documentari che testimoniano il rapporto amicale tra Guttuso e Pellin. Tra tutti spicca una lettera databile al 1981 scritta da Renato Guttuso a Francesco Pellin da cui si evince il legame affettivo e di collaborazione tra i due. Si prosegue con “Il mondo delle donne”, “Il nudo”, “L’ultimo eros”, sezioni che esplorano il rapporto intenso, appassionato e profondamente realistico tra Guttuso e il mondo femminile. Nella sezione “L’amore in vendita” campeggia la grande tela intitolata Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles, scelta anche come copertina del catalogo. Il visitatore ha la possibilità di approfondire la realizzazione di questo quadro grazie all’esposizione di una serie di immagini fotografiche inedite scattate nel 1978 da Nino Marcobi, segretario e amico dell’artista. Per lo studio e la valorizzazione dell’opera, sono stati utilizzati anche gli appunti di Marcobi, messi a disposizione dai figli per l’occasione. Il percorso di mostra prosegue con la sezione “Lo Sport” e il quadro Il calciatore: il calcio, era oltre al pugilato, una passione di Guttuso. L’artista infatti dichiarò che “Lo sport nei suoi movimenti esalta la vita, la bellezza, l’intelligenza, la lealtà”. La sensibilità sociale e politica di Guttuso viene sottolineata dalla tela Il sonno della ragione genera i mostri, realizzato in seguito alla strage di Bologna del 2 agosto 1980.  Un cammino attraverso dieci disegni preparatori di fascino struggente che testimoniano il travaglio che ha accompagnato l’artista nella realizzazione del dipinto, portano a Spes contra spem, l’opera simbolo di Guttuso, che rappresenta il valore assoluto della memoria per l’artista e la sua eredità spirituale. I bozzetti vengono spiegati, nel percorso che porta alla tela, dal racconto che ne fece Guttuso, noto anche come scrittore e giornalista. In mostra anche documenti, fotografie, pannelli esplicativi e citazioni tratte da dichiarazioni dell’artista che consentono al visitatore di immergersi nel mondo del pittore. Non manca una suggestione conclusiva di documenti e immagini, testimonianze intime e preziose a ricordare la presenza trentennale dell’artista a Varese, nella sua casa di Velate, dove è nato e cresciuto l’affetto reciproco fra Guttuso e Varese.

VILLA MIRABELLO

L’esposizione si sviluppa su circa trecento metri quadrati, al piano terra di Villa Mirabello, nelle sale che si affacciano sul parco. Villa Mirabello, edificata nel XVIII secolo, prende il nome dal luogo posto storicamente al limitare della città da cui si poteva, e si può, godere di una magnifica vista sul lago di Varese e sulla catena delle Alpi che lo circondano. La proprietà fu acquistata nel 1737 da Felice Clerici, possidente milanese e mercante di stoffe, con cui la dimora acquisì la sua funzione di luogo di villeggiatura. Successivamente, la villa fu acquisita dal marchese Gaetano Stampa di Soncino, dalla famiglia Taccioli e dai Litta Modignani. Nel 1843 l’edificio fu rinnovato in stile gotico “inglese” nelle forme in cui ancora oggi è visibile, e dotato di ampio parco. Della costruzione settecentesca resta l’oratorio della Beata Vergine Addolorata, progettato nel 1767 dall’architetto varesino Giuseppe Veratti. Nel 1948 la villa e il relativo parco furono acquisiti dal Comune: in questo modo il parco di Villa Mirabello veniva unito ai Giardini Estensi e i locali dell’edificio furono adibiti a sede dei Musei Civici, inaugurati nel 1949. Il complesso comprende: il museo preistorico-archeologico, la Sezione Risorgimentale e gli Archivi Letterari. Imperdibile una passeggiata nel parco di Villa Mirabello che comprende alberi ultracentenari e monumentali come magnolie, lecci, tigli e platani. Tra tutte le specie arboree spicca il maestoso cedro del Libano la cui altezza supera i 28 metri e la circonferenza del fusto raggiunge quasi i 9 metri. Durante i lavori di ristrutturazione voluti dal Taccioli venne costruita anche una serra in ferro battuto prospiciente alla villa.

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Pubblicato il 18 Maggio 2019
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  1. Avatar
    Scritto da francopu

    In occasione dell’apertura della mostra di Guttuso sindaco Galimberti ha detto : la cultura al centro della città.Quale città?
    Alla inaugurazione sono stati invitati solo i varesini appartenenti alla classe medio alta .Le signore e i signori sfoggiavano i loro abiti eleganti e rappresentavano la varese” bene”.Cerano politici ,intellettuali veri o pseudo .
    Mancavano gli studenti, gli operai, i pensionati con meno di mille euro ,i
    disoccupati.E pensare che a Varese c’è una giunta di centro sinistra.

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