Cinque giorni per capire se cosa cambierà a Gallarate dopo l’inchiesta
L'esito delle elezioni europee darà un segnale sui rapporti di forza, mercoledì si andrà in consiglio comunale per la revoca del Pgt. E per vedere quanto è solida la maggioranza
Cinque giorni per vedere cosa succederà a Gallarate. Se, dopo le inchieste che hanno terremotato la politica cambierà tutto o se cambierà poco. Se ci sarà ancora una maggioranza o se ci sarà un contraccolpo sull’amministrazione guidata dal sindaco Andrea Cassani.
Un elemento è più o meno certo: il passo indietro sul Pgt. La Variante al Pgt – adottata a fine febbraio – è risultata (stando all’accusa e all’ordinanza che ha portato in carcere anche l’assessore Alessandro Petrone) al centro delle manovre del gruppo Caianiello. E adesso il passo indietro dovrà farlo il consiglio comunale, convocato per mercoledì 29 maggio.
Prima però ci sono le elezioni europee. L’esito delle elezioni, gli equilibri nazionali, influiranno sulle decisioni dei partiti anche qui. Dipende da quanta forza avrà la Lega (vola nella percezione e nei sondaggi, ma in ogni caso sarà in crescita), da quanto forte sarà il contraccolpo su Forza Italia. Di ipotesi di manovra ne circolano molte, di certo influirà sulle scelte fatte a livello nazionale e a cascata quindi a livello locale, dove di fatto la questione è rimasta fin qui “congelata”, nei termini consentiti dalla realtà (vale a dire: senza un assessore, ma non certo nella situazione di Legnano, dove l’amministrazione è già al capolinea).
Lunedì sarà il giorno dello spoglio delle elezioni amministrative, dove tra l’altro Forza Italia – nel Gallaratese – ha deciso di correre in alternativa alla Lega.
Quanto a Gallarate, il sindaco Cassani ha incontrato martedì il commissario azzurro Caliendo, ma nel fatti – a conferma dell’attendismo che regna – non è emersa una linea chiara. È possibile che sia la stessa Forza Italia a chiedere un passo indietro a qualche suo rappresentante in giunta (rumors: Isabella Peroni), per segnare la discontinuità.
Il consiglio comunale intanto è stato convocato: si terrà mercoledì 29 maggio, alle 20.45. All’ordine del giorno – dopo le consuete comunicazioni e il question time – c’è la richiesta delle opposizioni di ritiro del Piano di Governo del Territorio, cui segue (almeno all’odg) la proposta analoga che viene dalla maggioranza, di annullamento della deliberazione con cui a febbraio la maggioranza – esclusa Libertà per Gallarate – aveva adottato il Pgt, vale a dire aveva fatto il primo dei due passaggi di Legge (nessuno è in grado di difendere, allo stato attuale, quel che le opposizioni hanno descritto come “Piano di governo delle tangenti”). Dopo un paio di punti meno legati all’attualità, si arriverà poi alla mozione che impegna la giunta a sfiduciare il sindaco. Che peraltro è cosa diversa dalla ancor più vincolante mozione di sfiducia.
L’opposizione, intanto, affila le armi. Con una vera campagna che contesta le responsabilità politiche di Cassani, che – se non è toccato dall’inchiesta – viene contestato per l’esito finale, a partire appunto da quel Pgt che sembra aver recepito i desiderata che il gruppo Caianiello esprimeva.
Pd e lista civica Città è Vita hanno messo in campo molta energia, con una campagna anche creativa, con le immagini di Cassani con le fette di salame sugli occhi (immagine che non ha bisogno di spiegazioni) o quelle di Cassani investigatore (nella foto di apertura) che si lascia sfuggire le manovre di Caianiello mentre è concentrato su questioni “minori” come i sinti.
A fronte di questo, la Lega continua a far quadrato intorno a Cassani: «Gli stessi magistrati, che hanno a disposizione anni di intercettazioni, non solo non hanno indagato il nostro sindaco, che definiscono “estraneo al sodalizio criminoso” ,ma addirittura evidenziano che la sua condotta fosse il principale ostacolo proprio ai piani degli indagati». Dalle file della Lega se la prendono con la stampa per le pressioni subìte da Cassani – su temi che interessavano al gruppo Caianiello – e sono sicuri che «comandava e comanderà ancora più Cassani».
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Gentili signori, qui non si parla di costruire su terra nuova e importare nuovi cittadini, con l’inceneritore si parla di attuale, parlo di rifiuto che la persona produce tutti i giorni, questa come parla qualche persona si dice che bisogna trovare alternative. Quali alternative se oggi non si va per le vie attuali, quali scelta del materiali, inceneritore o termovalorizzatore con discarica. Ed allora il discorso si apre con il dire che l’impianto non è una vacca da mungere ma una cosa che la persona (comune) non può fare a meno. Il processo di questo è la conduzione e come conduzione si parla nelle parte tecnica ed amministrativa. Nella parte tecnica si parla non del materiale in ingresso ma della qualità dei fumi acque e ceneri che escono. Qui sta il discorso di tutto, come un giorno trovandomi davanti ad un grande medico questo mi disse io curo te ma te dal camino se non sai quello che esce mi distruggi il popolo e la terra. Gente si parla di amministrazione ma più bisogna parlare di tecnica di impianto che questi hanno nascosto. Scusatemi, i soldi se ne sono andati, ma più i controlli che non ci sono stati o mancata produzione ed il popolo piange. Il caldaista, Erino.