Come difendere i monti dagli incendi? “Usiamo le castagne”
Una risorsa ambientale, economica e alleata nella lotta contro gli incendi boschivi. Sono le selve castanili, una modalità di gestione del bosco che sul Campo dei Fiori punta ad allargarsi sempre di più
Un paesaggio idilliaco, quello delle selve castanili: l’erba è bassa e piena di fiori, non ci sono rami secchi a terra e gli alberi sono distanti gli uni dagli altri. Un posto ideale non solo per fare un pic-nic o riposarsi, ma anche per contrastare gli incendi. Ne sono convinti al Parco del Campo dei Fiori dove dal 2006 ha preso avvio un progetto per recuperare i castagni presenti sul monte e che oggi, dopo gli incendi che hanno interessato quelle zone, potrebbero diventare un alleato contro le fiamme.
«Quando spegniamo un incendio -racconta il DOS Dario Bevilacqua (Direttore delle Operazioni di Spegnimento, ndr)- uno dei problemi maggiori che abbiamo è quello della presenza di tanto combustibile a terra, un problema che aumenta ancor di più quando i boschi abbandonati a loro stessi arrivano fino ai margini delle abitazioni». Ed è proprio lì, in quella che in gergo tecnico si chiama interfaccia, che si corrono i rischi maggiori: «Se ci fosse uno spazio curato e sicuro tra gli abitati e il bosco noi saremmo molto più agevolati nel contrastare l’avanzata del fuoco, posizionando lì le squadre dell’antincendio». Una difesa mimetizza, che va a creare una specie di linea tagliafuoco naturale e «che ci permetterebbe rallentare l’avanzata degli incendi che ormai stanno diventando sempre più frequenti e aggressivi». Il Dos ricorda ancora come «sia nel caso del Campo dei Fiori che in quello più recente della Martica abbiamo dovuto disporre delle evacuazioni in via precauzionale» e forse «con un sistema di difesa di questo tipo non lo avremmo fatto».
Ma le selve castanili sono una risorsa anche -e soprattutto- fuori dalle situazioni di emergenza. Lo sa bene Luca Colombo, coordinatore del Consorzio Castanicoltori che dal 2009 cerca di riportare la coltivazione delle castagne sul Campo dei Fiori. «La cooperativa oggi conta 33 soci e gestiamo un totale di 30 ettari tra Brinzio, Orino e Castello Cabiaglio -spiega- e i risultati arrivano». Lo scorso anno i campi del consorzio hanno fruttato 60 quintali di castagne ma soprattutto «nel tempo abbiamo recuperato tante aree ricostituendo un sano rapporto tra uomo e montagna e andando anche a rinvigorire la biodiversità di quelle zone». Certo è che non è facile: da un lato ci sono le norme che certo non facilitano la vita e dall’altro la mancanza di fondi. «Al momento noi siamo riusciti a ripulire solo la metà degli ettari che gestiamo -continua- perché mediamente per ripulire un ettaro servono 15.000 euro». Una somma enorme per un piccolo consorzio, ma che quando scoppia un incendio equivale solamente a 3 ore di volo di un Canadair.
«Noi quando abbiamo risorse a disposizione cerchiamo di aiutare il consorzio e speriamo che questa attività continui a crescere» spiega Giuseppe Barra, presidente del Parco del Campo dei Fiori. E in effetti tutto questo progetto è nato proprio da un’intuizione dell’ente. «Nel 2006 con i fondi Interreg abbiamo dato avvio al progetto -ricorda Barra- ma subito abbiamo capito che doveva essere la comunità locale ad interessarsi al recupero delle selve castanili, perchè prima o poi i soldi del bando sarebbero finiti e tutto rischiava di morire». E così è stato: il consorzio è nato e continua a vivere anche oggi. Ma anche qui la strada è stata tutta in salita. «Abbiamo dovuto lavorare a lungo con la Regione per far cambiare la legge e permettere così gli interventi che rendono la selva castanile così come è oggi e stiamo ancora trattando per consentire attività come la concimazione o l’allevamento degli animali in quelle zone».
Un progetto che al momento ha coinvolto solo la parte nord del monte ma che adesso punta a scollinare anche verso sud. Ne è fortemente convinto il sindaco di Luvinate Alessandro Boriani, che proprio per questo ha organizzato (nella foto sopra, ndr) un incontro durante la Fiera di Luvinate per presentare il progetto ai proprietari dei terreni sul Campo dei Fiori. «Il grosso problema per intervenire è che la proprietà dei terreni è molto frazionata -spiega Boriani- ma il comune interverrà in prima persona per cercare i proprietari e informali di questa opportunità che crea nient’altro che vantaggi».
Un’espansione, quella delle selve castanili, che ora sarà ancora più facile. Da qualche tempo al consorzio possono aderire proprietari di tutti i comuni che insistono sul Campo dei Fiori. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito (clicca qui).
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