Frontalieri: Cgil e Unia firmano accordo “rafforzati i servizi”
Le due organizzazioni sindacali si impegnano anche a avviare percorsi di formazione e riqualificazione professionale attraverso le strutture di formazione svizzera
Si rafforza l’alleanza fra sindacati per garantire maggiori tutele ai lavoratori frontalieri.
CGIL Lombardia, Piemonte e UNIA USS Ticino, alla presenza della responsabile del dipartimento Internazionale della Cgil Susanna Camusso, hanno siglato oggi un accordo a tutela dei lavoratori frontalieri e dei lavoratori distaccati transnazionali.
I NUMERI – I frontalieri che dall’Italia si recano in Svizzera nei cantoni del Ticino, Grigioni e Vallese sono più di 71.000, di questi oltre 60.000 solo in Ticino a cui si aggiungono gli oltre 10.000 lavoratori distaccati transnazionali.
Si tratta del lavoro transfrontaliero, in crescita, ormai strutturato, che richiede una nuova e più forte alleanza tra le organizzazioni sindacali. Lo scopo dell’accordo è quello di consolidare la collaborazione politico-sindacale e ampliare il servizio sindacale di consulenza sociale per i lavoratori frontalieri italiani nel Canton Ticino.
L’ACCORDO – L’intesa punta a rafforzare i servizi di tutela individuale, a cercare nuove formule di tutela legale per i nuovi iscritti frontalieri italiani all’organizzazione svizzera legati da doppia affiliazione con la CGIL, in aggiunta a quanto già previsto ed operante con il patronato INCA o gli sportelli CAAF.
Le due organizzazioni sindacali si impegnano anche a avviare percorsi di formazione e riqualificazione professionale attraverso le strutture di formazione svizzera legate alle stesse, a rafforzare i presidi sindacali transfrontalieri attraverso percorsi strutturati e periodici di formazione degli apparati sindacali, a ricercare percorsi di collaborazione e consultazione con le autorità paritetiche ispettive di controllo sul lavoro distaccato, fenomeno crescente anche quale strumento di dumping salariale, rispetto alle numerose violazioni contrattuali e normative troppo spesso subite dai lavoratori distaccati transnazionali.
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