Le volontarie della pediatria: “Non dobbiamo perdere un reparto gioiello”
L'associazione Vamio è presente tutti i giorni in reparto e negli ultimi anni ha raccolto decine di migliaia di euro. Spesi per dotazioni e impianti: uno sforzo che oggi rischia di essere vanificato

«Al 13 maggio abbiamo fatto la cena annuale di finanziamento, con 140 persone a cui abbiamo chiesto un nuovo impegno. Pochi giorni dopo è saltata fuori la notizia della chiusura del reparto».
In una frase Marta Chinetti, del gruppo di volontarie Vamio, dice tutto lo stupore di fronte alla decisione di chiudere la pediatria di Gallarate, trasferendo le attività a Busto (si farà il contrario, da Busto a Gallarate, con la oncologia).
Le volontarie sono «mamme e nonne impegnate dal 1984». Attive ogni giorno per affiancare i piccoli ricoverati del reparto, ma impegnate anche nelle attività di raccolta fondi, che ha appunto portato decine di migliaia di euro (anche di recente) in una struttura che oggi rischia di essere dismessa un po’ alla chetichella, per decisione superiore.
«La nostra associazione – spiegano – opera nel reparto di pediatria dell’ospedale di Gallarate. Ci prendiamo cura dei bambini ricoverati, li accogliamo nella nostra sala giochi, giochiamo con loro, cerchiamo di rendere più piacevole il periodo della loro degenza. Collaboriamo con i medici e gli infermieri e se necessario facciamo da collegamento tra le famiglie bisognose ed i servizi sociali».
L’aspetto di raccolta fondi è importante: «L’anno scorso con il ricavato della cena abbiamo acquistato dei dispositivi per l’ossigenoterapia ad alti flussi, necessari ad erogare ossigeno ai pazienti con difficoltà respiratorie . Con invece la donazione privata abbiamo acquistato un ecografo, un tapis roulant per le prove dell’anbulatorio di allergologia , dei tiralatte , e completato impianto di condizionamento». Per dare l’idea dell’impegno economico, quest’ultimo intervento strutturale ha richiesto 50mila euro di fondi.
«Quest’anno, l’obbiettivo era acquistere un riscaldatore per l’ossigeno, che potrà umidificarlo e riscaldarlo a temperatura fisiologica, evitando complicazioni soprattutto per terapie di alti flussi di lunga durata. Rifaremo inoltre i pannelli decorativi dei corridoi della pediatria e il camminamento che accompagna i piccoli pazienti dal pronto soccorso all’ambulatorio pediatrico: purtroppo questi ultimi già pronti e quindi non è stato possibile annullare l’ordine».
Passato lo smarrimento iniziale, la Vamio oggi si mobilita per la pediatria di Gallarate: «Il reparto lavora bene, è ben coordinato dal primario dot. Nedbal, c’è una buona assistenza medica , un clima sereno di collaborazione e una buona qualità dell’accoglienza dei piccoli ricoverati. Si stima che per la costruzione del nuovo polo ospedaliero ci vorranno 6/8 anni, cosa succederà in questo lungo periodo? Perché trasferire già ora il reparto che funziona bene ed e’attivo? Dal pronto soccorso pediatrico, che rimarrà comunque aperto, i piccoli malati saranno smistati nei vari ospedali tra Busto Arsizio e Saronno, ma con quali disagi a loro e alle loro famiglie ? A tutti questi dubbi aspettiamo risposte. Ci auguriamo che anche i gallaratesi si rendano conto di quale gravità sarebbe la chiusura ora del reparto per la città».
E al di là della mobilitazione per il mantenimento del reparto, le volontarie di Vamio vogliono oggi rendere conto anche a chi ha aderito ai progetti: «Ci sentiamo ora a disagio nei confronti dei nostri sostenitori, che hanno sempre dimostrato fiducia in noi, eravamo in completa buonafede». Perché i progetti di Asst e Regione sulla pediatria sono arrivati davvero come fulmine a ciel sereno, come dicevamo in apertura: da un giorno all’altro, come raccontavano anche le rappresentanze sindacali del personale.
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