Molgora: “Angera è sempre più bella e possiamo fare ancora di più”

Intervista al primo cittadino che si ricandida alla guida del Comune: "Sono stati cinque anni intensi, abbiamo realizzato molti interventi e tanti sono a un passo dall'essere conclusi"

Alessandro Molgora Angera

60 anni, chirurgo ortopedico, trasferitosi ad Angera “per amore” nel 1992 e papà di due ragazzi, Silvio e Matteo. Alessandro Paladini Molgora è il sindaco uscente della cittadina della Rocca e per le elezioni del 26 maggio ripropone la sua candidatura alla guida della civica “Cambiangera – A come Angera“. Nella squadra che lo sostiene alcune persone dell’attuale giunta come il vice sindaco Marco Brovelli e gli assessori uscenti Antonio Campagnuolo e Valeria Baietti, oltre a volti nuovi e molti giovani.

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Perché la scelta di ricandidarsi?
«Principalmente per la convinzione di aver lavorato bene e soprattutto perché ci sono ancora molte cose aperte e già finanziate e che vorremmo portare a termine: il raccordo dell’ospedale, le ciclabili per collegare centro e periferie, la ricostruzione del Lido La Noce, la sede dei canottieri che dovrebbe essere realizzata nell’arco di un anno, alcuni interventi sul demanio come la ricostruzione degli argini dell’Isolino».

Qual è la prima cosa di cui vorrebbe occuparsi in caso di rielezione?
«Vorrei concludere le opere che sono ormai ad un passo dall’arrivo. La Noce forse è l’intervento su cui bisogna spingere. Mi piacerebbe, oltre naturalmente al ripristino, iniziare a lavorare sui riconoscimenti: chiedere la Bandiera Blu, sul modello di quanto ha fatto il sindaco di Arona, Gusmeroli, per un discorso di valorizzazione dell’intero Lago Maggiore. Sempre per restare in tema penso che Angera abbia tutte le qualità per ottenere anche la Bandiera Arancione. Un’attività che sicuramente vorrei portare avanti è poi il grande lavoro che è stato fatto dall’assessorato al decoro urbano e che ha reso Angera ancora più bella e curata. Nei primi cinque anni ci siamo occupati molto di colmare un ritardo, ora vogliamo puntare sulle azioni nei confronti delle persone. Per i giovani, ad esempio, dobbiamo e vogliamo fare di più».

Come vede Angera tra cinque anni?
«Bella! Ho due sogni che mi piacerebbe veder realizzati: uno riguarda la ciclabile del lago Maggiore e la rete delle ciclabili all’interno del paese. Stiamo lavorando e continueremo a farlo per potenziare la mobilità dolce sia nel centro ma anche dalle zone periferiche. Ci sono alcuni punti della città, come ad esempio l’incrocio del cimitero, dove la viabilità è problematica e dobbiamo attuare soluzioni per risolvere i problemi. L’altro sogno riguarda l’area a Sud di Angera, al confine con Taino, abbiamo avviato una progettualità per estendere l’attrattività turistica della cittadina anche a quella zona sul modello di alcune zone del Lago di Garda. Penso a una ricettività turistica di alto livello, con strutture termali e attrattive. Un progetto che è soltanto nelle intenzioni ma che se dovesse realizzarsi potrebbe portare sviluppo territoriale e occupazione».

Il turismo è uno dei temi centrali dei programmi di tutti i candidati, quali sono le vostre proposte?
«Ho la presunzione di vedere già Angera come riferimento turistico provinciale. Soltanto pochi giorni fa abbiamo ospitato un importante convegno dell’Ordine degli architetti sul tema della microricettività. Un riflettore che abbiamo acceso noi e che ha visto l’interesse della Camera di commercio e delle associazioni di categoria. Molti cittadini hanno già intuito che questa forma di accoglienza turistica può essere una fonte di reddito interessante, nell’ottica del turismo sostenibile»

Per le frazioni cosa proponete?
«Integrarle e valorizzarle. Ad esempio il borgo di Capronno è una ricchezza, per questo pensiamo a potenziare il sistema delle ciclabili con vie dolci che possono essere percorse in bici ma anche a cavallo o a piedi. Sempre a Capronno ci sono alcune opere in agenda, come il recupero dell’ex scuola. A Barzola invece abbiamo in programma dei lavori di risistemazione della piazza».

Di Angera si è parlato molto negli ultimi anni per le trasformazioni che hanno interessato l’ospedale. Cosa ne pensa e come vede il futuro dell’Ondoli?
«È innegabile, di danni ne abbiamo subito tanti, nel giro di pochi anni non abbiamo più un solo primario, nonostante la grande mobilitazione dei cittadini del territorio. Su questo come conferenza dei sindaci, e come sindaco di Angera, stiamo trattando con la Asst perché nel prossimo Poas vengano risistemate queste posizioni. Dalla Regione abbiamo avuto diverse rassicurazioni e anche la conferma che il pronto soccorso rimarrà esattamente come è stato fino ad oggi. La partita della pediatria rimane la più ostica, per il momento tamponata con il pediatra fino alle 16. L’attenzione su quanto succederà è altissima».

Consiglierebbe a un’altra persona di venire a vivere ad Angera?
«L’ho consigliato tanti anni fa a me stesso e ne sono tutt’ora molto felice. Ancora oggi tutte le mattine allungo il mio giro per poter guardare il lago. Sono contento, nel mio piccolo, di aver potuto contribuire a valorizzare questa bellezza».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Maggio 2019
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