Il sindaco che non ci stava e segnalò ai carabinieri Caianiello
È Graziano Maffioli, ex senatore e sindaco di Casale Litta, che quando vide Nino Caianiello partecipare ad una riunione della società partecipata Alfa Srl senza alcun titolo decise che non poteva tacere
Oggi sono in tanti a dire che il sistema di potere che ruotava attorno a Nino Caianiello era molto strano e che il suo ruolo di decisore in molte partite politiche e societarie altrettanto dubbio ma c’è un sindaco che già due anni fa non si era limitato a storcere il naso e, anzi, si era presentato in caserma dai carabinieri per segnalare che qualcosa non andava.
È Graziano Maffioli, ex senatore e sindaco di Casale Litta, che quando vide Nino Caianiello partecipare ad una assemblea della società partecipata Alfa Srl senza alcun titolo, decise che era abbastanza.
Il particolare è citato nelle carte dell’inchiesta che ha travolto i vertici di Forza Italia in provincia di Varese e che ruota proprio attorno al ruolo di “manovratore” che Caianiello aveva sul partito e sulle partecipate.
Gli inquirenti, quando scrivono che in Alfa “il vero deus ex machina di ogni operazione societaria di una certa rilevanza è, a dispetto dell’assenza di cariche formali rivestite, è Caianiello” lo dicono anche in forza di una segnalazione proprio di Maffioli. Ecco lo stralcio:
“depongono anche le dichiarazioni rilasciate spontaneamente ai Carabinieri della Compagnia di Gallarate dal Sindaco di Casale Litta ed ex senatore della Repubblica Graziano Maffioli, il quale, in data 19 maggio 2017, ha riferito in via diretta della partecipazione di Caianiello anche ad assemblee formali di ALFA SRL, come quella avvenuta in data 10 maggio 2017 (nell’ambito di una riunione allargata con l’Autorità di Ambito Ottimale) nel corso della quale, addirittura, avrebbe preso formalmente la parola per conto dei rappresentanti di ALFA srl”.
«Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso» spiega oggi il sindaco Maffioli. «Io ero nel consiglio di Ato come sindaco del mio paese e in questi anni ero infuriato per come vedevo trattare quella società. Così quando ho visto Caianiello presentarsi e intervenire in quella riunione dove non aveva titolarità di esserci non ci ho visto più. Anche perché quando l’ho fatto notare sono stato apostrofato minacciosamente. Così ho preso e sono andato dai carabinieri a fare una dichiarazione spontanea per segnalare quel grave fatto».
«Se questa mia azioni in qualche modo è servita per far mettere gli occhi anche su Alfa ne sono ben fiero – conclude Maffioli -, soprattutto perché in quella società le cose non andavano e si vedeva. Il cronoprogramma non veniva rispettato e a rimetterci sono stati tutti i cittadini».
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