«Siamo i tombaroli e resusciteremo la cultura»
Troppe tombe dei “grandi“ abbandonate in città, cinque intellettuali nel salveranno la memoria
Qualcuno stamattina si è persino toccato, quando li ha visti al cimitero di Giubiano vestiti di nero, seri e compatti, duri come le ossa “umane“ che tenevano in mano. Ma tanti altri varesini si sono invece fermati a scambiare quattro chiacchiere con quei «tombaroli » che annunciarono ieri l’altro la loro comparsa per salvare la cultura dall’oblio: cultura fatta anche di tombe e della consapevolezza di vivere in una patria di personaggi grandi.
Troppi sepolcri illustri abbandonati a se stessi, però. E dal momento che la memoria dev’essere affare collettivo, specialmente se ha a che vedere con la cultura, allora sapere che qui a Varese è sepolto un grande della letteratura, dell’industria e della musica è un fatto culturale per eccellenza.
Così la prima tomba che è stata portata alla ribalta da questo gruppo di intellettuali varesini è quella del grande direttore d’orchestra Roberto Moranzoni, barese di nascita (famiglia veneziana) che sposò nel 1907 il soprano Maria Camporelli, si separò e convisse in città, nel rione di Bosto, dal 1923 con un altro soprano, Juanita Caracciolo, da cui ebbe un figlio morto subito dopo il parto assieme alla madre. Lasciò così la città giardino per tornare in America, dove nel 1918 aveva tenuto a battesimo il “Trittico” di Giacomo Puccini. Morì a Desio nel 1959 ed è sepolto a Giubiano assieme ai genitori.
Oggi è stato posto dai tombaroli un epitaffio proprio sulla tomba del Moranzoni, appositamente ripulita e sistemata per l’occasione. E sarà solo la prima delle iniziative destinate ai varesini illustri di nascita o d’adozione. Topo secret per il momento i nomi degli altri sepolcri illustri che verranno riabilitati e celebrati dai tombaroli anche se si vocifera della prossima iniziativa dedicata ad Angelo Poretti, famoso imprenditore della birra.
Ma chi sono questi tombaroli? Giornalisti, scrittori, storici e galleristi.
Nascono a Varese da un’idea di Alessandro Ceccoli, Cesare Chiericati, Mario Chiodetti, Roberto Gervasini ed Emilio Ghiggini.
«Il gruppo – dicono i “magici“ cinque – si propone tra l’altro di recuperare alcune tombe di cittadini illustri, nel campo dell’arte e dell’imprenditoria, oggi in stato di degrado. Lo scopo è quello di raccogliere fondi per ripristinare scritte e targhe, pulire i sepolcri, e, attraverso il ricordo di questi personaggi, riappropriarsi del legame col passato per riscrivere il futuro».
L’impresa verrà sostenuta da una raccolta fondi nel corso di eventi che saranno organizzati in città e in provincia appositamente per questo scopo.
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